Sulla scia dI “Carnage” e “La Venere in pelliccia” di Polanski, “Gli insospettabili” di Mankiewicz, fino a “L’altro uomo” di Hitchcock, il regista
Alex Infascelli, che ne ha curato anche musiche e sceneggiatura, si cimenta in un Noir dove il tema del doppio ne diventa protagonista assoluto, nelle varie forme di Amore e Odio, Pace e Guerra, Verità e Menzogna.
Un insieme di metonimie e metafore s’incontrano e scontrano in una danza perfetta ed equilibrata tra inquadrature, montaggio e fotografie. Molto forte la dimensione teatrale e antinaturalistica della recitazione dei due bravissimi attori che catturano il pubblico trasformandolo più in un voyeur che in un semplice spettatore. La costruzione retorica e artificiosa dei dialoghi mette in luce l’illusorietà del concetto di “verità” e della fragilità dell’uomo stesso davanti allo scorrere del tempo e al divenire dei sentimenti.
Anche l’aspetto sociale, per quanto all’apparenza escluso dalle mura domestiche, è in realtà ben espresso in un ennesimo conflitto, quello tra aristocrazia e proletariato. Il solo elemento fisso e rassicurante è rappresentato dal fuoco, che si traduce in un ultramoderno camino a gas, e che come elemento puro, infantile e primordiale sembra essere l’unica cosa in grado di riportare la pace all’interno della casa mettendo in accordo e armonia i due coniugi borderline, un po’ come lo sarebbe stato un figlio.
Riprese molto intense e temi molto profondi che omaggiano le pellicole del passato e riportano alla luce un genere poco approfondito nel cinema italiano e sempre più in via di estinzione, il noir. Tratto dall’omonimo best-seller di Eric-Emmanuell Schmitt, "
Piccoli Crimini Coniugali" trasuda letteratura, teatro e cinema da ogni poro. Un prodotto raro e di altissima qualità.
26/03/2017, 10:00
Giulia Bandini