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SOLO - La nuova serie in 4 puntate su Canale 5


Michele Alhaique fa un viaggio nella mente dell’infiltrato per scoprire la ‘ndrangheta. Con marco Bocci, Peppino Mazzotta, Diane Fleri


SOLO - La nuova serie in 4 puntate su Canale 5
Marco Bocci protagonista di "Solo" diretto da Michele Alhaique
“Abbiamo cercato di creare una serie che rappresentasse per quello che si può, dinamiche più verosimili e credibili, non rappresentando degli eroi positivi e basta, ma degli esseri umani, con paure ed incertezze, che si impegnano fino alla morte”. Così Marco Bocci, attore protagonista descrive “Solo”, il nuovo lavoro del regista Michele Alhaique ed ispirato ad una storia vera come conferma il produttore Pietro Valsecchi.

Al cento di questa mini-serie c’è la ‘ndrangheta e i suoi loschi affari: traffico d’armi, estorsioni, omicidi e narcotraffico. Raccontato da un punto di vista diverso dagli ultimi format confezionati, infatti, il protagonista è Marco, un agente infiltrato della Sco, che dopo aver salvato la di un esponente della ‘ndrangheta di Gioia Tauro, si trova a lavorare a stretto contatto con i Corona, una delle cosche più influenti della Calabria.

Un vero e proprio poliziesco, lontano dal genere crime di Suburra, Gomorra o dai lavori di Martin Scorsese, come afferma lo stesso regista. Un racconto a tutto tondo che riesce non solo a denunciare i loschi giri di una realtà poco conosciuta come la ‘ndragheta, le sue violenze e il codice d'onore dei sui clan, ma che mette a nudo l’impostazione dell’organizzazione stessa, fin dalle sue fondamenta.
Riesce, oltretutto, a dare un certo spessore anche alla figura della donna, per mezzo del personaggio di Agata, che dalla tipica “Sorella di omertà” (il titolo assegnato al sesso femminile), si trasforma in una ribelle di vent’anni che non ci sta a vivere rinchiusa in casa, in silenzio e ad occhi bassi.

L’isolamento dell’infiltrato, il dover sempre fingere, essere pronti a scendere a patti addirittura con i propri principi per continuare a vivere e non destare sospetti, è quello che più si evince da questo avvincente poliziesco. Solo non è solo il titolo, ma la vera e propria condizione del protagonista “volevo fare un racconto sull’individualità” afferma Alhaique “raccontare un eroe positivo, ma che nasconde dietro di sè tanti conflitti. Un personaggio che si sviluppa su due mondi: il mondo criminale e il mondo interiore, dove più si avvicina al primo, tanto più si distrugge il secondo”.

Introspezione psicologica di personaggi raccontati nei minimi particolari e tempi perfetti tra i momenti di stallo e quelli di azione permettono di seguire facilmente il lavoro prodotto, senza stancare o annoiare e che a detta del regista Alhaique: “Diventerà sempre più avvincente, sarà sempre più in crescendo, ogni puntata avrà un qualcosa in più dell’altra”.

“Ognuno nel proprio campo cerca di fare il proprio per migliorare l’Italia e noi come produttori cerchiamo nel nostro campo di fare storie raccontando qualcosa di importante” dice il produttore della Taodue Pietro Valsecchi quando gli si chiede un’analisi sulla nostra realtà, e chissà che con questo lavoro non ci sia più un “Solo” a combattere il marcio che la nostra società nasconde.

08/11/2016, 09:06

Alfredo Toriello