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CINEMA DU REEL 38 - "Il Pianeta Azzurro": La (ri)scoperta
di un capolavoro del cinema “artigianale”


CINEMA DU REEL 38 -
Capolavoro del cinema “artigianale”, “Il Pianeta Azzurro” č stato presentato al Cinéma du Réel di Parigi all’interno della retrospettiva dedicata a Franco Piavoli. Difficilmente catalogabile, si tratta di un lavoro composto da un insieme di sguardi contemplativi, momenti statici, variazioni di luci e suoni, che rinuncia al potere espressivo della parola per lasciare spazio ad un’eccezionale esperienza visuale.

Grazie al montaggio delle immagini e dei suoni, il trascorrere naturale delle stagioni avviene nell’arco di una giornata, creando una nuova dimensione temporale capace di estendersi fino alla nascita e morte del pianeta stesso nel susseguirsi dell’ere geologiche. Filmando la luce e componendo una sinfonia visiva sul giorno e la notte, Piavoli realizza un’opera innovatrice che propone una pratica di sguardo inedita sulla Natura, sul Tempo e sull’Uomo, invitando lo spettatore ad un approccio sensoriale.

La bellezza della Natura viene messa in valore grazie alla paziente e singolare capacitŕ di catturare i dettagli, le ombre e le luci, lungamente ricercati e contemplati dall’autore, mosso da una profonda passione per la scoperta e l’esplorazione. L’intensitŕ delle immagini viene esaltata da lente inquadrature fisse, con rarissimi movimenti di macchina, che mettono in rilievo le variazioni minimali dei movimenti e delle luci del mondo naturale. Campi lunghi, di ampio respiro, si alternano a una serie infinita di primissimi piani che frantumano il paesaggio, cosě come la figura umana, restituita parzialmente nella sua interezza solo dal montaggio. Questo talento nell’osservazione si congiunge ad un lavoro meticoloso sul suono, che, nella poetica dell’autore, č un elemento di uguale importanza. Utilizzando elementi ambientali, Piavoli compone un tessuto sonoro e musicale che governa il montaggio stesso e che amplifica la sensorialitŕ e fisicitŕ delle immagini.

L’opera di Piavoli mette in valore lo splendore della natura senza mai cadere nel ritratto bucolico o idilliaco. Al contrario, di ispirazione leopardiana (poeta inserito pure nei ringraziamenti dei titoli di coda del film), la Natura viene rappresentata a tratti violenta, quasi crudele, indifferente all’uomo e tesa unicamente a perpetuare il circuito di produzione e distruzione. L’uomo si trova cosě posto di fronte all’eterna questione sul proprio ruolo nell’universo, poiché come cita l’autore stesso nei titoli di testa: “Il nascere si ripete di cosa in cosa e la vita a nessuno č data in proprietŕ ma a tutti in uso” (Lucrezio).

19/03/2016, 16:05

Marco Cipollini