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Note di regia di "Shapes Recording"


Note di regia di
Per il Premio Morandini Corti d’Autore, leggendo la definizione frontiera di Claudio
Magris, mi hanno colpito particolarmente le ultime righe:
“... Dietro la frontiera c’era qualcosa insieme di straniero e di mio; capivo che facevo parte
anche di quel mondo dietro di essa, che la letteratura è un viaggio fra il noto e l’ignoto
e che si è sempre, in qualche modo, anche dall’altra parte”.
Mentre leggevo queste parole mi sono tornate alla mente le testimonianze delle donne
che ho incontrato e intervistato per Shapes Recording. Ascoltando i loro racconti avvertivo
che nel loro progetto migratorio c’era una dimensione sconosciuta, estranea, come
la lingua, la cultura, l’alimentazione, ma allo stesso tempo nel paese che avevano scelto,
c’era qualcosa di forte che apparteneva loro, ancora prima di partire, rappresentato da
suggestioni letterarie, musicali e da narrazioni che avevano favorito il costruirsi di un’immaginario
sul nostro paese. Migrando e stabilendosi in Italia, tutto questo si è trasformato
in un’identità multipla e nella consapevolezza di far parte anche di questo mondo, diverso
da quello di provenienza. Sono convinta si appartenga sempre a più mondi e che il confronto
con la nostra alterità possa risultarci più vicino di quanto immaginiamo, tanto da
pensare che gli altri siamo noi.
Mi sono chiesta quali sono le vere frontiere? Qual’è la nostra vera identità?
L’identità è qualcosa di mutevole, che può assumere forme differenti nel corso della vita,
nascere in un luogo è del tutto casuale, le nostre origini ci imprimono un’identità precisa
che può appartenerci o può rappresentare qualcosa nella quale ad un certo punto non
ci identifichiamo più, o solo in parte, e questo disagio ci porta ad andare alla ricerca di
altro, in luoghi ignoti, perché è la nostra stessa identità ad essere qualcosa di straniero a
noi stessi.
Le frontiere culturali e identitarie sono quindi cosa labile, così come le frontiere geografiche,
sono elementi valicabili. Il nostro paese, l’Italia, per questioni territoriali, è al giorno
d’oggi sottoposta a numerosi flussi migratori, incessanti, ai quali la politica sembra non
trovare risposte. Ma alle volte mi chiedo se le vere frontiere non siano soprattutto
mentali, anziché geografiche e culturali.

Giuliana Fantoni