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Note di regia de "Il Labirinto del Silenzio"


Note di regia de
Una storia di coraggio personale, di lotta per ciò che si ritiene giusto, e una storia di redenzione. Germania, 1958. Un’atmosfera di ottimismo esasperato e negazione, un paese che si sta ricostruendo. Eppure le ombre dei suoi crimini di Guerra incombono, dietro a ogni angolo. Ritengo che sia il tema a dettare le scelte estetiche. Il lavoro della mdp è classico: inquadrature composte che calibrano quello che vediamo e quello che è lasciato all’immaginazione. Spazio e tempo sono ideati per una recitazione forte, per emozioni che spingono avanti la storia. Montaggio calmo, ritmico e preciso. Voglio che il pubblico si immerga solo nella storia, nella complessa narrazione, resa più facile da una colonna sonora intensa, minimalista. Nessun elemento dovrebbe attirare l’attenzione distogliendola dalla storia. Fidatevi della storia; una storia per i nostri tempi. Viviamo nell’epoca del self-publishing, in cui tredicenni si fanno da soli da PR, mentre come individui sentiamo di non aver alcuna influenza su un mondo così globalizzato, interconnesso e complesso. In quest’epoca, questa storia ci ricorda che sono sempre gli individui che portano il cambiamento e che spingono avanti la civiltà. Questa lotta, il dolore e la bellezza di questa battaglia: è questo al centro del film.

Giulio Ricciarelli