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IL BALLO DEI GIGANTI DI NOLA - Sbarco in America


Intervista con Antonio Iorio, giovane 34enne produttore e regista bergamasco.


IL BALLO DEI GIGANTI DI NOLA - Sbarco in America
È la prima produzione di Antonio Iorio ma è già un sogno che si avvera, il suo documentario “Il ballo dei giganti di Nola” sarà proiettato a New York il prossimo 22 febbraio 2016, come primo film della rassegna sul folklore italo-americano organizzata dal Calandra Institute (uno dei più importanti e prestigiosi dipartimenti di antropologia mondiale).

Raccontaci le tue sensazioni dopo l’invito ricevuto.

Sinceramente non so cosa dire, sai che sono molto emozionato per questa situazione... Non era assolutamente nelle più rosee previsioni un invito così prestigioso, in Italia ho faticato a trovare spazio, una realtà satura piena di clientele (un po' come le Università...), concorsi senza le categorie giuste per gli esordienti, insomma la situazione del cinema italiano indipendente la conosciamo.
Certo, io non ho assolutamente assecondato la voglia di emergere e di fare un film per vincere i concorsi, perché partire subito con un'opera prima di 90 minuti (che nella smorfia napoletana è 'a paura) sapevo essere poco "commerciale", ma agli americani è piaciuto ed ora mi sto preparando al viaggio. Chissà quali magie potranno avvenire: sarò ospite nel gotha degli studi italo-americani... bellissimo!!!

Parlaci un po’ di te.

Ho iniziato a fare foto e video a diversi matrimoni, poi mi sono messo in proprio e dalle ceneri di una società chiusa ho continuato a rimanere nel settore, soprattutto come tecnico video e cameraman negli show live e a congressi di Milano.
La mia gavetta continua tuttora, la mia mentalità è quella del piccolo artigiano e dalle grandi difficoltà in cui versavo ho trovato la forza di iniziare un progetto filmico che è durato 3 anni, finanziato da un imprenditore con un cognome promettente (Pasquale Coppola) che ha creduto in me, auto-prodotto e soprattutto con collaboratori anch'essi esordienti.

Raccontaci del film.

Questo film nasce da un bisogno dell’anima, quella necessità di riannodare i fili della propria esistenza, che spesso coincidono con quelli di una comunità o di più comunità.
Le premesse, va riconosciuto, sono impegnative, si va dove porta il cuore, cioè a Nola.
Qui, con la mia macchina da presa, potrò (continuare) a raccontare una storia (piccola) in un storia (più grande). Partiamo da quest’ultima, la Festa dei Gigli che nella città campana si celebra a giugno in onore del patrono, San Paolino. Una tradizione che risale al V secolo dopo Cristo e che, malgrado il nome, non ha nulla di floreale: i «gigli», infatti, sono otto obelischi di legno alti 25 metri e pesanti 25 quintali, ricoperti con decorazioni in cartapesta, tra cui spicca un’imponente imbarcazione, allegoria del mare che San Paolino attraversò per far ritorno a Nola, dopo un periodo di prigionia in terra turca.
Il lavoro duro e la passione pagano,ci abbiamo messo un mese di lavoro per tradurlo in inglese, ma era da fare, ora lo stiamo traducendo in spagnolo ma siamo rimasti senza fondi...

Nuovi progetti?

Ho già pronta una sceneggiatura per una fiction all'ombra del Giglio di Brooklyn (eh già perchè anche lì la Festa del Giglio è una tradizione secolare, importata dai Nolani emigrati, che si svolge il 16 luglio) e quindi non pongo limiti al destino.
Ho anche altri progetti che bollono in pentola, ma per scaramanzia non svelo le mie carte: certo, il 22 febbraio 2016 alle ore 6.00 p.m sarò a Manhattan nelle vesti di director. Sembra l'inizio di un altro film...

12/12/2015, 10:47

Luca Corbellini