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I premiati di Amarcort Film Festival 2015


I premiati di Amarcort Film Festival 2015
Una scena di "Till Day's Snd" di Amitai Ashkenazi
Sezione Amarcort

Miglior Corto
Till day's end di Amitai Ashkenazi
Motivazione: Per l'efficacia della messa in scena, che gioca con elementi essenziali per raccontare una parabola di formazione individuale, che è al contempo l'immagine di un intero paese e delle sue contraddizioni.

Menzione Speciale
Zombies di Sebastien Dietsch
Motivazione: Per la capacità di esprimere originalità e umorismo, giocando su un genere molto sfruttato, l'horror, senza mai cadere in luoghi comuni.

Premio Miglior Produzione Italiana
Mala Vita di Angelo Licata
Motivazione: Per aver colto in un'efficace sintesi drammaturgica alcune delle contraddizioni e delle problematiche più importanti dell'attualità nazionale, con uno stile insieme asciutto ed espressivo, capace di veicolare appieno la rilevanza del tema trattato, e per la coralità della prova interpretativa.

Menzione "Fellini"
Senza Parole di Edoardo Palma
Motivazione: Per la capacità di raccontare, attraverso l'intensità degli sguardi e la poesia delle immagini. Un'opera essenziale, emotivamente equilibrata, in cui la magia del non detto si trasforma in linguaggio attingendo a una cifra stilista che ricorda nella sua dilatazione fantastica accenti e sfumature affini alla poetica felliniana.

Premio Giuria Giovani
Senza Parole di Edoardo Palma

Premio "il Pataca" alla Migliore Interpretazione
Simon André, protagonista del corto Forêt di Samuel Feller
Motivazione: Per aver saputo rendere con la profondità dello sguardo, la stilizzazione della recitazione e l'impegno totale della propria fisicità il dramma interiore ed esteriore di una vita che deve confrontarsi sia con l'incertezza totale del suo futuro personale, sia con la difficoltà di rapporto con il proprio figlio, personaggio reale ma anche simbolo, per lui, di un domani forse senza prospettiva.

Sezione Rex

Premio Miglior Corto d'Animazione
Cuerdas di Pedro Solís García
Motivazione: Il film espone in maniera non retorica e con estrema delicatezza il tema della diversità, ottenendo un’ottima resa sia tecnica che registica. L’opera ha ben tracciato la caratterizzazione di personaggi che sono in grado di emozionare e coinvolgere lo spettatore nel profondo. Un’opera che oltre ad essere stilisticamente perfetta, lascia un’eredità educativa in chi la guarda.

Menzione Speciale
La Colina di Lawrence Rowell e Kapitolina Tcvetkova-Plotnikova
Motivazione: Il Film è formalmente ben confezionato e seppur in modo sintetico è in grado di trattenere lo spettatore incuriosendolo con la gradevoli gag. I protagonisti sono adorabili nel loro passaggio e attraversano la storia confluendo in un originale finale a sorpresa.

Menzione Speciale
La Valigia di Pierpaolo Paganelli
Motivazione: Il film affronta un tema di grande rilevanza sociale e sviluppa la sceneggiatura in maniera originale. L’utilizzo della tecnica Stop Motion si fonde perfettamente con il soggetto che è un’efficace metafora della malattia, nonché la chiave di lettura del film stesso.

Sezione Gradisca

Premio del Pubblico
A single life di Marieke Blaauw, Joris Oprins e Job Roggeveen

Menzione Speciale
C.T.R.L. di Mariana Conde
Motivazione: Per l'apprezzabile salto di qualità di questi due autori locali, che passano dal fuori concorso a un prodotto credibile, divertente e ben realizzato.

Sezione Fulgor

Premio Miglior Corto della Categoria
Il sogno di Giulia di Luigi Schiavoni
Motivazione: Un'avventura surreale, che sottolinea la riscoperta della forza di una lingua dialettale e del calore e della genuinità che essa porta con se.

Sezione Giro del mondo in 80 corti

Premio Miglior Corto della Categoria
Discipline di Christophe M. Saber

Concorso per Sceneggiature "Grand Hotel"

Premio Miglior Sceneggiatura
Malumara di Alessandro Grande
La forza della solitudine anima Malumara. In un clima che ricorda un neorealismo contemporaneo, la scrittura raffinata eppur essenziale dell'autore traccia, come un pennello, il quadro di una vita vissuta anzitempo.
Una sorta di isolamento psicologico pervade la protagonista. L'unico vero testimone della sua essenza è il mare, complice silenzioso della fuga dalla realtà e complice, allo stesso tempo, del suo brusco ritorno alla stessa: i profughi. Due drammi a confronto, seppur di diversa portata.

Menzione Speciale
L'Ultimo Desiderio di Alex Creazzi
La vita e la morte riecheggiano nelle battute di L'ultimo desiderio. Lo scarto generazionale padroneggia i rapporti famigliari, una comunicazione nervosa e tecnologica che non ammette un'accettazione della vita per quello che è: i suoi ritmi, il suo iniziare e finire. L'autore racconta la fine inesorabile segnata dalla malattia in modo spoglio e ironico, con la bravura di chi sa dove e quando fermarsi con le parole. Eppure... anche di fronte alla morte a un selfie non si dice mai di no.

08/12/2015, 11:54