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Note di regia di "Italian Gangster"


Note di regia di
ITALIAN GANGSTERS è un ritratto inedito della società italiana dal dopoguerra al boom economico, basato sulla storia della malavita italiana, costruito intorno alle vicende di banditi che hanno impressionato e caratterizzato l’immaginario del nostro Paese. Quello che si svela è un intreccio assai radicato tra crimine e trasformazione sociale. Un’unica storia fatta di tante storie. Singole vicende biografiche che arricchiscono e dilatano l’immagine del nostro passato.
Ci aiutano a capire meglio la nostra identità, che certamente non è solo criminale, ma che con il crimine ha intrecciato la propria crescita, il proprio sviluppo, la propria diversità e unicità.
Attraverso questo filtro leggiamo da un altro punto di vista tutte le trasformazioni sociali che hanno tumultuosamente cambiato il volto della nostra nazione.
L’Italia esce dal dopoguerra con una generazione di giovani affamati, abituati alle armi e alla violenza. Raccontare i più celebri rapinatori italiani vuol dire raccontare il sogno di un arricchimento facile ed esaltante, il sogno di una ribellione verso le istituzioni e dell’attacco del singolo al dominio dell'economia. La loro parabola ci permette di cogliere la percezione collettiva del popolo italiano sul confine tra bene e male, dove il cinema e i mezzi di comunicazione giocano un ruolo fondamentale nel diffondere il culto per il bandito.
Sei attori danno vita a sei monologhi recitati come un unico flusso di coscienza. I testi, estratti da libri autobiografici o da testimonianze rese a celebri giornalisti, hanno il sapore dell’autenticità e riflettono il linguaggio personale di ognuno di loro. L’effetto cercato è quello del racconto in presa diretta.
Partendo da questo strato narrativo “orale”, ho cercato quelle immagini dell’Istituto Luce (e in parte delle Teche Rai) che meglio descrivono il mondo in cui le gesta di questi banditi venivano compiute. Una sorta di oggettivazione storico-visiva.
I super 8 dell’archivio Home Movies mi hanno permesso di raccontare ciò che gli italiani vedevano e vivevano nel loro intimo, nel quotidiano famigliare. Gli italiani stessi attraverso lo sguardo affettuoso e semplice del super 8 domestico raccontano una storia fatta di cresime, matrimoni, viaggi, vacanze coi figli, sorrisi innamorati.
La preziosa library della RaroVideo mi ha permesso di aggiungere un ulteriore livello narrativo, il metalinguaggio del B movie italiano. Alcuni anni dopo i fatti che noi raccontiamo il cinema rielabora in chiave mitologica la figura del gangster popolare. Un esempio per tutti, la trilogia del milieu di Di Leo, tratta dai racconti di Scerbanenco (scrittore giornalista del Corriere della Sera) e direttamente ispirata ai Lutring, i Barbieri, e alle loro leggende metropolitane. In quei film ritroviamo, se pur in un’ambientazione anni ’70, la rielaborazione cinematografica delle gesta che io metto in scena.
Ho cercato di fondere il racconto dal vero con l’immaginario che quei fatti hanno generato.
Ricostruendo alla mia maniera una memoria imperdibile e necessaria.

Renato De Maria