Il red carpet di "Mia Madre"
Con "
La Stanza del Figlio" nel 2001
Nanni Moretti esorcizzò la tragica morte di un figlio adolescente e vinse
La Palma d’Oro e il Premio della Giuria Fipresci. Il successo fu ampiamente meritato. Nel 2011 filmò in chiave psicanalitico-ludica i ripensamenti di un neoeletto pontefice con "
Habemus Papam" ma restò a mani vuote. In questa edizione, dove i film italiani sono sulla cresta dell’onda, con
Mia madre racconta la malattia, la morte della madre e il dolore di chi l’aveva amata, coinvolgendo e commuovendo i giornalisti nella proiezione stampa e il pubblico in quella ufficiale.
I riconoscimenti e gli apprezzamenti sono unanimi nella stampa internazionale, da quella dei padroni di casa che ben conoscono e apprezzano il cinema di
Nanni Moretti, a quella britannica. Il Sunday Times lo ha definito il migliore.
Eccellenti i protagonisti del lungometraggio che narra il dolore, la rassegnazione per la morte di una persona amata.
Giulia Lazzarini, signora del teatro italiano, personifica con raffinata bravura l’anziana malata, mai rassegnata, ancorata alla sua professione di docente di latino e alla vita fino all’ultimo.
Margherita Buy, perfetta come alter ego di Moretti. Autoritaria durante le riprese del suo film, ma sempre dolce ed affettuosa con i suoi. Divisa in due tra le riprese di un non facile film di denuncia e l’assidua assistenza alla madre. Lo stesso introverso Moretti, tormentato, ma a suo agio nel ruolo del figlio che attraverso gli altri scopre sua madre. Poi
John Turturro nei panni del gigionesco personaggio del nuovo padrone di una fabbrica che si batte per non morire. L’attore americano conferisce al film note di levità, di umorismo intelligente, con le gaffe, i tic e i suoi amarcord di personaggi cinematografici mondiali, ma in particolare italiani.
La presenza di
Nanni Moretti e di altri tre lungometraggi italiani nella competizione ufficiale non è dovuta al caso ma al valore di questi film che sanno narrare al mondo fatti di rilevanza universale, la malattia, la sofferenza, la morte, la vita oltre gli steccati di realtà locali.
17/05/2015, 11:41
Martine Cristofoli