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L'AngoLo StraNieRo - CLASS ENEMY


In attesa della Mostra di Venezia, arriva nelle sale italiane il film vincitore nell’edizione dello scorso anno del Premio Fedeora Settimana della Critica.


L'AngoLo StraNieRo - CLASS ENEMY
In un liceo ordinario  della Slovenia contemporanea il suicidio improvviso di una studentessa, Sabina, avvenuto il giorno successivo ad un duro confronto con il nuovo e ambiguo professore di tedesco, Zupan,  devasta  gravemente gli equilibri di un’intera scuola. Si scatena una caccia al nemico che trova un bersaglio perfetto proprio in Zupan, l’attore di teatro Igor Samobor, un uomo inflessibile considerato dai suoi studenti un nazista per il suo sistema d’insegnamento dominato da regole di rigido autoritarismo, ordine e disciplina.

“La storia è ispirata a fatti realmente accaduti nel mio liceo” racconta il regista e sceneggiatore Rok Bicek.
"Class Enemy", uno dei tre finalisti del Premio Lux, si svolge all'interno delle mura ristrette della scuola, che diventa una micro-società per eccellenza e Zupan il catalizzatore perfetto della rabbia e delle frustrazioni personali di una generazione fragile e vulnerabile alle prese con il coming age e l’inevitabile crisi d’identità.  Il regista non si limita allo scontro tra insegnanti e studenti  ma scava più in profondità e imbastisce una serie di altre relazioni, insegnanti-genitori, genitori-figli, che nel complesso disegnano una metafora universale dello scontento della società contemporanea dove non esiste una netta separazione tra buoni o cattivi, tra vittime e carnefici, tutti vengono fagocitati d un “sistema che funziona sempre e sempre funzionerà perché è freddo, inflessibile, matematico”, spiega il professor Zupan.

Ed anche se a tratti la trama si trascina un po’ e alcune reazioni degli studenti sembrano sopra le righe, la storia è ben strutturata e lascia lo spettatore libero di identificarsi con lo stato d’animo dei personaggi in base alla propria esperienza personale.
“Non è tutto bianco o nero. La severità dell’insegnante, guardata da un’altra prospettiva, può rappresentare l’unica via per preparare i ragazzi ad affrontare la realtà al di fuori dei confini sicuri della scuola quando dovranno prendere scelte definitive e assumersi le proprie responsabilità”, dichiara il regista.

Ne esce un ritratto acuto della società slovena. L’affermazione di uno studente asiatico che nel film esclama, “voi sloveni, quando non vi suicidate, vi uccidete tra voi” fotografa perfettamente la situazione di una nazione con il più alto tasso di suicidi al mondo e dove nelle scuole viene ancora insegnato che i tedeschi in guerra furono i criminali e gli sloveni le vittime, e si tende a sottacere che avvenne anche il contrario.

02/08/2014, 10:38

Monica Straniero