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L'AngOlo StraNieRo - "Walesa: man of Hope"


All'età di 87, il leggendario regista polacco Andrzej Wajda torna con un film biografico sul leader sindacale che minò per primo il blocco sovietico


L'AngOlo StraNieRo -
Il profilo di una delle figure più controverse della recente storia polacca e co-fondatore di Solidarność, la prima organizzazione sindacale autogestita del blocco sovietico. "Walesa: Man of Hope" è chiaramente l'opera di chi spesso è entrato nel regno delle battaglie mediatiche per discutere sulla Polonia, i cambiamenti politici e dei suoi miti fondatori.

Attraverso un’intervista della giornalista Oriana Fallaci, interpretata da Maria Rosaria Omaggio, intenzionata a scoprire se Walesa fosse l’uomo giusto per guidare la lotta operaia nella Polonia comunista degli Anni Ottanta, il regista offre il ritratto intimo di un uomo che senza un carisma particolare e con maniere rozze, è riuscito a diventare prima l'organizzatore di uno sciopero in un cantiere navale e poi il simbolo della speranza.
Le ricostruzioni a colori della vita privata del leader, caratterizzata dal rapporto con la moglie Danuta, si intrecciano con immagini di repertorio per testimoniare l’ascesa politica di Walesa, la difficile condizione economica in cui versava la Polonia all’epoca, dove la stragrande maggioranza della popolazione moriva di fame, la repressione violenta del regime di Jaruzelski e il supporto fondamentale del Papa polacco Giovanni Paolo II.

Il film ha un po’ di tutto. Oltre ad una selezione di brani punk polacchi per cementare l'atmosfera di un paese sull'orlo di una ribellione su vasta scala, la brillante interpretazione di Robert Więckiewicz, nel ruolo di Walesa, tenta di ridare lustro alla figura di un uomo che con tutti i suoi difetti, “fra cento anni ci sarà un monumento a Lech Wałęsa in tutte le città del paese”, ha dichiarato un giorno l’ex leader di Solidarność, rimane una figura fondamentale per il suo ruolo nella caduta del comunismo.

Ed anche se il racconto di Wajda termina nel 1989, il che significa che le revisioni dolorose del mito della Solidarietà nel 1990 vengono totalmente omesse, Lech Walesa si ripropone nella crisi attuale dell’Ucraina come potenziale mediatore tra gli Stati al fine di evitare una guerra civile. ”L’unica via per impedire a Putin di prendersi la Crimea è la lotta solidale, più saremo solidali e più li convinceremo”, insiste chi da sempre ha capito che negoziare è meglio che ricattare.

06/06/2014, 22:36

Monica Straniero