Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

SOMETHING GOOD - Vita e amore tra cibo e truffe letali


Luca Barbareschi produce, dirige e interpreta questo giallo ambientato a Hong Kong che tratta il tema internazionale delle frodi alimentari. Cast e crew di alto livello per un'opera che riesce a convincere superando i pregiudizi. Produzione da 5 milioni di euro - con Mibac, Rai Cinema e Regione Lazio - che sarà in sala da giovedì prossimo distribuita da 01.


SOMETHING GOOD - Vita e amore tra cibo e truffe letali
Luca Barbareschi e Zhang Jingchu
"Something Good" ha mille difetti ma non è male. Alla fine, valutandolo nel suo complesso il film di Luca Barbareschi sembra non aver nulla da invidiare alle grandi produzioni internazionali; i costumi di Milena Canonero, la fotografia di Arnaldo Catinari, le scenografie di Francesco Frigeri ci sono e si vedono arricchendo un film che tratta un tema scottante e d'attualità, il business miliardario dietro al mercato del cibo adulterato.

Anche la regia di Barbareschi, alla fine, aiutata dal montaggio ha un suo ritmo e senza toccare particolari vette di originalità o talento, una dignitosa professionalità.

Gli interpreti sono di livello internazionale e il film guadagna nella versione in presa diretta inglese: la protagonista Shang Jingchu è credibile e misurata riesce a diventare in breve la vera personaggio principale del film; poi Gray Lewis attore scozzese tra i più noti, Kenneth Tsang grande vecchio del cinema cinese, fino ai ruoli minori coperti in maniera più che sufficiente.
Per Luca Barbareschi è un discorso a parte, perché ricade nel solito vizio italiano di dirigere e interpretare, con il risultato di essere troppo monocorde nella costruzione di un carattere al quale non ci si riesce proprio ad affezionare, facendogli così perdere il ruolo primario in favore della più ricca e definita interprete femminile. Forse Barbareschi è troppo Barbareschi per lasciar filtrare un personaggio che si vorrebbe complesso e la presenza di un regista esterno o di altro attore per il suo ruolo, avrebbe giovato di sicuro alla riuscita complessiva. O fai uno o fai l'altro.

Qualche pecca si intravede anche nella sceneggiatura che spesso risulta prevedibile nelle svolte che vorrebbero lasciar stupiti. Per chi ha visto molti gangster movie orientali o anche classici del cinema americano di spionaggio, certe soluzioni appaiono come già viste, confermando l'idea che non basta ispirarsi a un genere per farlo, ma bisogna conoscerlo profondamente, dimenticarlo e cercare di fare qualcosa di nuovo.

Ma nel complesso, come detto, è sbagliato giudicare preventivamente in modo negativo "Something Good". Non sarà un capolavoro, ma di certo è pervaso da una professionalità che lo rende apprezzabile e superiore a molti film italiani degli ultimi tempi.

04/11/2013, 15:16

Stefano Amadio