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Quasi tutto pronto a Bologna per Terra di Tutti Film Festival


Quasi tutto pronto a Bologna per Terra di Tutti Film Festival
Un’invasione di visioni dal Sud del Mondo che ogni anno torna a Bologna: è il Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di cinema e documentario sociale organizzata dalle ong COSPE e GVC. Appuntamento dall’8 al 13 ottobre con incontri, anteprime e tanto cinema del reale. Nel cartellone di quest’anno un focus sul cinema cubano, reso possibile dalla collaborazione con la Scuola Internazionale di San Antonio de los Baños, ma anche incontri sulle rivolte nel Mediterraneo, la sovranità alimentare e il ritorno alla terra come stile di vita. In chiusura del festival al Cinema Lumiére (via Azzo Gardino, 65) Call me Kuchu, il pluripremiato film che ripercorre l’ultimo anno di vita di David Kato, attivista per i diritti degli omosessuali in Uganda assassinato nella sua casa nel 2011. Anche quest’anno, tutte le proiezioni saranno ad ingresso gratuito.

Si inaugura l’8 ottobre al Tpo (via Casarini 17) con una serata tutta dedicata alla primavera araba. Il dibattito “Mediterraneo, parole in libertà” sarà l’occasione per parlare con blogger e giornalisti provenienti da Marocco, Tunisia, Egitto di mediattivismo, social network e del Movimento 20 febbraio. L'iniziativa aprirà la vera maratona cinematografica del festival, con proiezioni dalle 20 alle 24 sulle rivolte nella costa sud del Mediterraneo e le nuove cittadinanze. Tra i titoli della serata, il documentario del 2013 Istanbul rising, di Milene Larsson, sugli scontri a Gezi Park.

Mercoledì 9 ottobre il tema è quello del cibo, dell’agricoltura dal basso e della produzione alimentare. Nato in collaborazione con Expo dei Popoli, coordinamento di Ong e associazioni che lavora per realizzare in concomitanza con l’Expo 2015 di Milano il Forum dei Popoli, l’incontro “Il futuro del pianeta: dibattito sulla sovranità alimentare e diritto al cibo” porterà i rappresentanti di associazioni ed esperti a confrontarsi prima delle “Visioni Ortifere” della serata.

Giovedì 10 sarà invece una giornata di cinegiornalismo puro. Film vincitore del Premio Ilaria Alpi Doc Rai per reportage e inchieste giornalistiche inedite di quest’anno, Il Rifugio, di Luca Cusani e Francesco Cannito, aprirà la serata con le storie di vita dei profughi di Libia nei CIE italiani. A seguire due blocchi di proiezioni sul rapporto tra il reporter e il soggetto immortalato e i conflitti latenti.

Venerdì 11 la Scuola Internazionale di San Antonio de los Baños di Cuba sbarcherà al festival. Fondata nel 1986 da Gabriel García Márquez col regista Fernando Birri e il teorico di cinema Julio García Espinosa, l’istituto è da subito diventato un luogo di riferimento per gli studenti di cinema dell’America Latina. Tra i titoli presentati, La Marea di Armando Capó, cortometraggio proiettato all’ultima edizione del Documentary Fortnight del MoMA di New York.
Sempre all’interno del focus sarà presentato Cuentos de El Canal, documentario in tre capitoli realizzato dai ragazzi cubani partecipanti a un laboratorio di GVC e Documentaristi Emilia Romagna a Cuba, lo scorso luglio. La storia di El Canal, le passioni dei giovani e la religione afro-cubana sono i punti di vista attraverso cui i giovani autori, ospiti del festival, hanno scelto di raccontare la propria vita nel quartiere periferico dell’Havana.

Dopo un primo appuntamento con lo sguardo rivolto ai Balcani, sabato 11 sarà tutto dedicato ai film sullo sfruttamento dell’ambiente e l’accesso alle risorse. Tra i titoli presentati, "Spiriti" di Yukai Ebisuno e Raffaella Mantegazza, vincitore come miglior cortometraggio al Torino Film Festival 2012 e del premio per la miglior fotografia documentaria al Salon Internacional de la Luz (Colombia), e "Lucciole per Lanterne", di Stefano e Mario Martone, sulle controverse vicende legate alla privatizzazione dell’acqua nel Cile di Pinochet.

Domenica 13, in conclusione del festival, la proiezione di "Call me Kuchu", il documentario di Katherine Fairfax Wright e Malika Zouhali-Worrall sulla vita di David Kato. Nato come documentario sulla lotta per i diritti della comunità LGBT ugandese, il film finisce per essere una testimonianza inaspettata dell’ultimo anno di vita di David Kato, primo omosessuale dichiarato in Uganda, brutalmente assassinato nel suo appartamento durante il periodo di produzione del film. Acclamato vincitore di numerosi premi al Berlino Film Festival 2012 (Miglior Documentario, Premio Fairbindet Cinema, Secondo posto Miglior Documentario scelto dal Pubblico) e in altri festival internazionali, Call me Kuchu viene proiettato al Terra di Tutti in collaborazione con Gender Bender Festival, come un ideale passaggio di testimone tra i festival dell’autunno cinefilo nelle Sale del Cinema Lumiére.

Tra gli appuntamenti collaterali, la proiezione gratuita di Toxic Leather, vincitore della menzione Fair Trade alla scorsa edizione del festival domenica 6 ottobre presso La Feltrinelli (Piazza Ravegnana, 1), lo spettacolo di tessuti aerei della compagnia Lunaquiches Aerea nel cortile del Cinema Lumiére venerdì 11, il party al Tpo (via Casarini, 17) sabato 12 ottobre, con Volumetrica Vision e Parente dj. Durante tutta la durata del festival sarà possibile degustare le birre artigianali de l’Ortica fuori dalle sale del Lumiére, in piazzetta Pasolini.

25/09/2013, 09:10