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Il ricordo della tragedia del Vajont apre la diciannovesima
edizione del Film Festival della Lessinia


Il ricordo della tragedia del Vajont apre la diciannovesima edizione del Film Festival della Lessinia
Immagini rare e racconti di testimoni per ricordare, a mezzo secolo di distanza, la tragedia del Vajont. Si apre nel segno della memoria, sabato 24 agosto, la diciannovesima edizione del Film Festival della Lessinia. La rassegna cinematografica internazionale dedicata alle terre alte di ogni continente del mondo dà spazio alle immagini dell'epoca, presentando sul grande schermo del Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova contributi filmati “laterali” e poco noti al pubblico. E dà spazio alle voci di testimoni oculari di quei giorni tragici che giungono in Lessinia per tener viva la memoria e svelare verità ancora scomode e tenute nascoste. Tra questi Italo Filippin, ex amministratore di Erto e Casso al tempo del disastro del Vajont, ospite (alle 18.30) della cerimonia di apertura del Film Festival assieme a Marco Rossitti, curatore della retrospettiva realizzata in collaborazione con Fondazione Vajont e Festival Le Voci dell’Inchiesta di Pordenone.

"Quella del disastro del Vajont è la storia di molti silenzi: innaturali, colpevoli, imbarazzanti, forzati, dignitosi, toccanti” spiega Rossitti nel catalogo della rassegna. “Ma è anche il resoconto delle iniziative messe in atto da quanti – giornalisti, scrittori, storici, cineasti – hanno cercato di rompere certi silenzi e ascoltarne altri”.

La retrospettiva propone i due corti "Gli acrobati delle dighe" (Italia 1963) di Angelo Campanella e "Vajont. Natale 1963" (Italia 1963) di Luigi Di Gianni, grande maestro del documentario italiano, che presentano rare immagini girate prima e dopo la frana del Monte Toc. Inoltre "Vajont ’63. Il coraggio di sopravvivere" (Italia 2008) di Andrea Prandstraller, incentrato sull’azione dei Vigili del Fuoco e sulle descrizioni dei superstiti alla tragedia; infine "Uomini sul Vajont" (Italia 1963) di Luciano Ricci nel ricordo dei trecento operai, soprattutto veneti e abruzzesi, che lavorarono alla costruzione della diga del Vajont. 

L'appuntamento cinematografico è preceduto dall'incontro con Giorgio Temporelli, che inaugura (alle 17 in Sala Olimpica) il ciclo di appuntamenti letterari Parole alte. Nel suo libro "Da Molare al Vajont" (Erga edizioni) il consulente tecnico per la produzione delle acque destinate all'alimentazion ha analizzato in ogni dettaglio le cause non soltanto di questa, ma di molte altre tragedie meno conosciute, accadute sulle Alpi per colpa degli invasi artificiali.     

23/08/2013, 12:08