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BIOGRAFIA DELLA PESTE - Dal palco al film


Luciana Manìaci e Francesco d'Amore (i Maniaci d'Amore) portano al cinema il loro spettacolo "Biografia della Peste"


BIOGRAFIA DELLA PESTE - Dal palco al film
I Maniaci d'Amore
Dal palco al cinema: "Biografia della Peste", testo teatrale scritto dal duo Maniaci d'Amore (composto da Luciana Manìaci e Francesco d'Amore), è diventato un film - o sarebbe più corretto dire mediometraggio - grazie a Giuseppe Bisceglie e Andrea Tomaselli.

È inevitabilmente teatrale l'impatto che ha il film nella sua impostazione, per circa un terzo ambientato proprio su un palco: la scelta - vista la forza del copione originale - è stata quella di non modificare per nulla quel testo, e di adattare semplicemente le location alla narrazione. Il risultato convince, senza dubbio, ma la sua estrema pedissequità allo spettacolo originale fa pensare un po' a un'occasione sprecata per sperimentare nuove strade (vero è che il film è stato girato con pochissimi mezzi e in pochissimo tempo).

Già, perché invece "Biografia della Peste" a teatro è un lavoro brillante e a tratti geniale che vive della splendida affinità tra i suoi due autori-attori, i quali riescono a dar vita a una storia tanto surreale quanto simbolica e convincente.

Cris è vessato dalla madre, che anche dopo che il ragazzo è morto investito da un auto continua a decidere per lui cosa debba fare e come: il paese in cui vivono li/si osserva costantemente, e giudica, e nessuno dei suoi abitanti è soddisfatto di quello che ha. Per questo motivo la peste interviene e li uccide tutti... Solo Cris, e la sua promessa sposa Adelina, possono avere qualche speranza di salvarsi, ma sarà fondamentale iniziare ad agire da "vivi".

Come detto, rispetto all'esperienza teatrale non cambia molto (specie nella prima metà del film): c'è sempre il frigorifero bianco che serve da passaggio per l'aldilà, c'è il padre-cavolo, ci sono i dialoghi tra madre e figlio, quelli tra promessi sposi e l'intermezzo con la peste.

La scena si divide tra un palco, un cortile interno e un prato, in cui il vento - provvidenzialmente naturale, la produzione low budget non avrebbe potuto fornirlo appositamente... - rende i dialoghi ultraterreni straordinariamente efficaci.

Rispetto alla versione teatrale si segnalano alcune comparsate di rilievo come quelle di Fabio Geda, Gabriele Vacis e Luca Rastello.

18/06/2013, 15:30

Carlo Griseri