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LE COSE BELLE - Come eravamo e come siamo diventati


LE COSE BELLE - Come eravamo e come siamo diventati
"Tante belle cose" è quel modo di dire adottato prevalentemente nel sud, per augurare a qualcuno un futuro felice e positivo. Certo, una volta fatto, sarebbe interessante poter verificare concretamente se quell'augurio sia andato a buon fine, se negli anni la bellezza abbia davvero accarezzato la persona a noi cara.

Un esperimento simile lo hanno fatto Agostino Ferrente e Giovanni Piperno per "Le cose belle", quando sul finire degli anni '90 seguirono quattro adolescenti documentandone abitudini, passioni e soprattutto i sogni futuri, per poi tornare a trovarli a distanza di dieci anni per vedere che strade hanno preso le loro vite.

Più che dal dato sociologico di una società che si evolve e dalla conseguente analisi del mutare dei tempi, i registi si dimostrano sinceramente attratti dalla sfera privata dei quattro e in modo particolare dalle decisioni che hanno trasformato i bambini spensierati di ieri in dei "giovani adulti" che si trovano ad affrontare importanti crisi come essere madre o avere un compagno agli arresti domiciliari.

C'è chi sognava di fare il cantante e magari essere ospitato da Maurizio Costanzo nel suo Show, e oggi si ritrova a vendere precariamente contratti telefonici porta a porta o chi non è riuscita a diventare una top model, ma si da da fare come donna delle pulizie.

Il montaggio del film di Ferrente e Piperno gioca di rimbalzo tra passato e presente, e se le immagini degli anni '90 risultano pienamente documentaristiche, quelle del presente appaiono in diversi casi più costruite, ma allo stesso modo cariche di vitalità.

Alla musica, per lo più neomelodica, il compito di fare da collante tra le due realtà temporali, e aiutare a raccontare il "come eravamo" e il "cosa siamo diventati".

01/06/2013, 20:30

Antonio Capellupo