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PRODUCT PLACEMENT - Un libro per capirne di più


Il volume edito da Kaplan e scritto da Francesca Masoero si concentra su "teenpic" e "adolescenti 2.0"


PRODUCT PLACEMENT - Un libro per capirne di più
Un libro imperdibile per capire meglio il mondo del product placement, i suoi segreti e le sue (tante) possibilità, confrontando l'arretrata situazione italiana e quella statunitense, decisamente più avanti in questo campo: "Product placement, teenpic e adolescenti 2.0" di Francesca Masoero (Kaplan) è un saggio di grande interesse e notevole approfondimento.

Attraverso case history ed esempi presi tra i più celebri franchise contemporanei dedicati ai teenager – da Hannah Montana a Notte prima degli esami: Oggi, da Twilight a Tre metri sopra il cielo – e inglobando nella riflessione il web e le serie tv, l'autrice racconta le relazioni culturali, sociali e creative che si innescano quando consumo e comunicazione si associano all’interno di un contesto di intrattenimento.

"E' una ri-narrazione del mio lavoro di dottorato", spiega l'autrice. "E' stato riscritto perché molto legato all'attualità, e in questo campo è necessario mappare costantemente le novità. Sono tanti gli aspetti analizzati nel volume".

Il libro racconta casi di feeback indiretto, come il boom di letture e acquisti per "Cime tempestose" dopo che era stato citato in "Twilight", o la moda dei lucchetti dopo i libri e i film di Federico Moccia, o ancora le Adidas speciali viste ne "Le avventure acquatiche di Steve Zissou" di Wes Anderson, per cui sono stati creati dei veri e propri tutorial per farsele in casa! "Ma inviare messaggi edificanti attraverso i film è difficile, perché il pubblico della rete cerca il divertimento", avverte l'autrice.

In Italia il campo del product placement è ancora indietro: le aziende non puntano su questo settore (come ad esempio invece i casi Dior-Lynch, o Nike-Rodriguez. Possiamo citare il caso della Pasta Garofalo. "Dal 2004 è una pratica legalizzata, troppo poco tempo perché sia già un'abitudine", spiega. "Il regista italiano si sente più autore, non accetta facilmente il "prodotto" oppure lo fa in modo "vanziniano", smaccato. Qualche buon esempio viene ad esempio da Lucini, che viene dalla pubblicità". Aggiungiamo, caso recente, anche "Buongiorno Papà" di Edoardo Leo, in cui il protagonista Bova si occupa nel film proprio di product placement e quindi i prodotti sono "naturalmente" in bella vista.

Gli aspetti analizzati nel libro sono moltissimi (ad esempio il "reverse product placement", ovvero i prodotti inventati in un film e poi lanciati sul serio, come il cioccolato Wonka o la Bubba Shrimp Company da "Forrest Gump"), una lettura da fare al più presto - prima che la situazione cambi ancora! - per imparare a leggere nel modo migliore le pellicole contemporanee.

06/05/2013, 17:15

Carlo Griseri