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GIULIANA DE SIO - "Madrina al festival GLBT, che bello"


L'attrice ha inaugurato l'edizione numero 28 del festival torinese, in programma fino al 25 aprile


GIULIANA DE SIO -
Giuliana De Sio - Foto ToGLBTfilmfestival
Giuliana De Sio è la madrina ufficiale del Torino GLBT Film Festival 2013. L'attrice ha preso parte alla serata inaugurale, e ha incontrato la stampa la mattina successiva per parlare di sé, del suo lavoro e del suo rapporto con il festival.

Nel corso dell'inaugurazione sono state mostrate alcune immagini dal film "Ci vediamo a casa", in cui l'attrice interpreta una mamma decisamente sui generis. Un film, ha dichiarato il direttore Giovanni Minerba, con cui il festival avrebbe voluto aprile nell'edizione 2012, cosa resa impossibile da problemi distributivi. "Lì interpreto la madre di Enzo, il mio è un personaggio fuori dagli schemi, sono una hippie fuori tempo massimo, ancora legata per schemi e abbigliamento al '77 ma che poi nella vita sfrutta senza scrupoli alcuni etracomunitari... Però col figlio gay è molto aperta, fumano insieme le canne e lei accetta senza problemi le sue scelte. Un vero mostro di cinismo, io coi personaggi-mostro ormai sono abituata, e ho poi scoperto di amare molto il far ridere (tempo fa già lavorai ne "I Picari", anche se lì il mio personaggio non faceva ridere e il vero protagonista era stato il mio sedere!). Vorrei fare la comica in futuro!".

"Secondo me un artista deve essere spregiudicato, in tutti i sensi, deve essere sempre pronto a spingere al massimo ogni emozione, quando i personaggi me lo hanno permesso ho sempre fatto così, specialmente in tv, dove il pubblico va un po' svegliato. A proposito di tv, posso annunciare che "Il bello delle donne", un titolo molto amato dal publico gay, nel 2014 tornerà. Siamo ancora tutte vive! Furono tre stagioni molto seguite, io interpretavo una grandissima zoccola e non so cosa potranno inventarsi ancora per il mio personaggio! Ricordo che Natalia Aspesi scrisse che mancavano solo gli accoppiamenti con gli animali, era una fiction molto avanti".

"Negli ultimi anni ho fatto meno cinema: il problema è il conformismo del cinema italiano, sembra ci siano solo quattro attori e quattro attrici, sempre Servillo e Buy, Buy e Servillo. Il pubblico poi si stanca e cerca altro, manca il pluralismo. C'è la paura di uscire dal seminato, si osa poco e il nostro cinema alla fine ha poco appeal".

"Io ho iniziato a 18 anni, già a 30 ho iniziato ad avere problemi a trovare ruoli. Ma sono ancora qui, e ho vinto il mio Oscar della resistenza. Mi piacerebbe fare più cinema, più cinema d'autore, e credo di meritarmelo, non sono capace di finta umiltà. Vorrei lavorare con Garrone su tutti, ma anche con tanti altri, Sorrentino - che invece lavora ancora con Servillo! - Virzì Verdone Tornatore Amelio... sono tanti quelli bravi! Che devo fare di più? Mi piacerebbe anche fare provini, ma non mi chiamano, credo non li facciano quasi più: ormai partono con quelle facce in mente, e basta".

"In tv per fortuna si sono innamorati di me, trovo ruoli forti, anche divertenti, anche se le reti influiscono totalmente, vogliono approvare pagina per pagina, la Rete diventa una realtà quasi kafkiana, astratta. Si ha sempre paura del "troppo". Io ho l'autorevolezza per riscrivermi le battute - non si sopravvive con quello che scrivono! - e per fortuna le cose che faccio hanno ascolto".

"Se farei la regista? No, volevo da sempre eccellere in questo mestiere, non credo saprei essere altrettanto brava in altro. Forse non ho abbastaza fiducia in me, non ho ad esempio mai neanche scritto un libro, eppure me lo hanno chiesto spesso".

"Il teatro... Avrei le porte spalancate, ed è un grande onore. Ma l'anno scorso sono stata male e ora ho paura, gli stessi medici mi consigliano un paio di anni di lontananza da quello stress. Stavo lavorando da due anni su "La lampadina galleggiante" di Woody Allen, avevo allestito il cast e tutto, abbiamo fatto l'esordio a Spoleto, tre repliche e stop. Poi mi hanno sostituito mentre stavo per morire, lo spettacolo è fallito perché i teatri l'avevano voluto perché c'ero io, mi è dispiaciuto tanto".

"Il festival GLBT di Torino mi ha conquistato, il clima è molto bello, molto allegro, spiritoso, il pubblico è partecipe, merita 10 e lode! Spero in futuro non ci sia più bisogno però di un festival che difenda i diritti umani, prima o poi...".

21/04/2013, 09:00

Carlo Griseri