L'AngOlO StraNierO - I figli della Mezzanotte


La regista indiana Deepa Mehta presenta il suo nuovo film uscito in Italia giovedì scorso. Un bambino che usa la telepatia, per una storia tratta dal romanzo di Rushdie


L'AngOlO StraNierO - I figli della Mezzanotte
"I figli della mezzanotte" segue l'albero genealogico di Saleem Sinai (Satya Bhabha), un ragazzo dotato della capacità di evocare telepaticamente tutti i bambini nati intorno alla mezzanotte del 15 agosto 1947, mentre l’India dichiarava l’indipendenza dalla Gran Bretagna. "I figli della mezzanotte" sono tutti magicamente dotati di poteri diversi, ma non tanto potenti come quelli di Salem. Tra di loro ci sono anche Shiva, (Siddharth), la nemesi di Saleem, un ragazzo nato nella povertà e legato al protagonista da un segreto, e Parvati (Shriya Saran), una vera e propria strega. Le vite di questi figli della mezzanotte sono legate al destino dell’India. Il momento che segna il loro passaggio da un’infanzia di talento a un’età adulta difficile, rispecchia le stesse difficoltà e i tumulti dell’India. Mentre Salem. l’eroe insolito del film, è il mezzo di trasporto attraverso questa storia fratturata.
Il nuovo film di Deepa Mehta, è tratto dal bestseller di Salman Rushdie vincitore del Booker Prize, sarà nelle sale italiane dal 28 marzo in 50 copie.
“Non è una storia vera. Ho chiesto a Rushdie che cosa aveva in mente quando ha scritto il romanzo. E lui mi ha risposto che i poteri dei ragazzi erano la metafora delle potenzialità e la speranza dell’India, un paese con il più alto tasso di crescita al mondo, ma anche enormi disparità”, dice la regista.

Deepa Mehta, indiana trapiantata in Canada, già nominata all'Oscar per 'Water, si è dimostrata in passato regista coraggiosa affrontando i conservatori e i fondamentalisti dell'India, con temi scottanti come l'omosessualità, la violenza settaria e il maltrattamento delle donne. Ma ne I Figli della mezzanotte mette in mostra più le sue buone intenzioni che il suo talento, mentre la passione sovversiva si assopisce su una storia che sembra più vicino ad una famiglia allargata di una soap opera, che all’epopea dell’India postcoloniale. Gli elementi magici o di realismo magico del libro sono resi sullo schermo attraverso grandi dosi di computer grafica e di effetti visivi, ma che almeno contribuiscono ad accrescere l’alone di mistero che circonda un paese affasciante come l’India.

01/04/2013, 18:42

Monica Straniero