Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del documentario "Per Sempre"


Note di regia del documentario
Il progetto di questo documentario nasce dal mio desiderio di realizzare un film che si interroghi sui motivi di una scelta di vita così definitiva come quella che compiono alcune donne, nel momento in cui decidono di ‘prendere i voti’ e abbracciare la vita religiosa. Questo interesse scaturisce da una riflessione personale sui cammini di vita, sui percorsi esistenziali, sui destini che caratterizzano le donne di oggi. Nel caso di monache o suore sono donne che mostrano di essere alla ricerca di un senso attraverso una scelta precisa di vita religiosa, in una dimensione che è al tempo stesso individuale e comunitaria, discostata dal mondo e pur ‘dentro’ al mondo.
Donne di età diverse, che vivono in comunità, in amicizia, in fratellanza: insieme quindi, ma anche in solitudine, ognuna impegnata con sè stessa alla ricerca della propria relazione con Dio. Ogni giorno rinnovando la promessa e osservando la tradizione della loro regola, in un senso che non è puramente rituale o formale. Cosa portano con sè i gesti che ripetono ogni giorno? Cosa ci mostrano? Che significato c’è nell’indossare o meno un abito religioso? Qual è il segno che il monachesimo femminile traccia nel mondo oggi? Qual è il messaggio che l’osservanza dei voti di povertà obbedienza e castità comunica all’esterno? Cosa c’entra con il mondo di oggi, i suoi ritmi, i suoi valori? Non posso definrmi ‘credente’ e molti significati simbolici che stanno intorno alle scelta di vita di queste donne e alla ‘ritualizzazione’ del loro tempo mi restano estranee, nonostante che il mio lavoro, in questo ultimo anno, sia stato segnato dalla ricerca di un dialogo con alcune ‘sorelle’, in una sorta di ‘viaggio guidato’ nella loro dimensione esistenziale e spirituale.
Il documentario racconta il legame che si è instaurato con questa comunità, che mi ha accolta con grande apertura, accettando la mia diversità come un elemento di interesse per loro. L’intenso dialogo viene reso, tra l’altro, con l’utilizzo concordato della corrispondenza epistolare che ci siamo scambiate in questi mesi.
Queste lettere costituiranno un filo conduttore che permetterà allo spettatore di capire alcuni motivi profondi che sono alla base della scelta di queste donne, non solo quindi dal punto di vista delle religiose, ma anche da quello mio, regista laica che interloquisce con loro.

Alina Marazzi