Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del documentario "Melkam Zena"


Note di regia del documentario
"…la natura si è sostituita alla puzza, al cemento. Casette di fango bucate e lamiera sgargiante verde acqua e azzurra e niente. Immondizia che brucia di lato alla strada, un cane annusa.
In camera la sera odore di pipì di gatto e la notte arriva odore di pane, ferengifurno (pane straniero).Un bosco di eucalipti segato dal padrone del blu hotel per mandare avanti il suo forno. C’è una sedia, il letto, un tappetino, una tenda giallo senape. Ed elle ciabatte. E’ tutto quel che serve. Ho tutto quello che serve
.”
Poi ho smesso di scrivere il diario, e i giorni sono diventati un film: "Melkam Zena", Buone Notizie. Quelle che il governo imbastisce alla popolazione, quelle che davvero auspico di poter portare con Action Aid ad Ankober. Una terra fertile di semenze e persone, accoglienza e volontà. Sostenuta dalle donne, costellata di bambini, che chiedono pazienti una all weather road (strada per tutti i climi). Per andare a scuola, al mercato, in città a ritirare le medicine… Perché l’unico mezzo non siano più solo i muli, o le gambe. “Camminano. Tutto il giorno camminano. Alle sei la sera è buio vero, e freddo. Sveglia alle 4 domani per le riprese della chiesa, le preghiere cominciano la notte. Poi le donne. Domandare con coraggio. Restituire nel documentario il senso di tutto questo senso (nelle conversazioni con Rolando, filo rosso…). Non indugiare sulla povertà. Valorizzare le qualità, che vanno supportate e sviluppate e sostenute.Ironia, senso critico, pudore.”
Ecco. Dopo qualche settimana siamo tornati in Italia e davvero il viaggio è diventato film. Il primo per me.Troppo breve per essere esaustivo, ma intriso della mia curiosità che spero contagiosa.
Grazie, ahmesugenalew (grazie)

Valentina Carnelutti