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FESTIVAL DI TORINO Laurenti mostra "Il corpo del duce"


Il regista Fabrizio Laurenti esplora il mistero della morte di Benito Mussolini con sguardo critico e riflessioni su meccanismi ancora attuali.


FESTIVAL DI TORINO Laurenti mostra
"Il corpo del duce", di Fabrizio Laurenti, riporta alla luce quanto successo nel 1945 in piazzale Loreto a Milano, dove si celebrò in modo macabro la morte di Benito Mussolini, riflettendo sull’attualità di certi meccanismi psicologici che ancora oggi sembrano influire sul consenso degli italiani verso il capo.

Il film mostra i partigiani e il popolo di Milano che si danno appuntamento il 29 aprile del '45 per vedere con in propri occhi il duce morto, in presenza dell’amante Claretta Petacci e delle alte cariche del regime fascista. Le immagini sono impietose, la gente sputa sui cadaveri, li calpesta, li maltratta in modo maniacale sfogando l’odio maturato in quegli anni verso chi fino al giorno prima, aveva probabilmente esaltato.

L'immagine del corpo appeso del duce incarna l’orrore della guerra civile, oltre che il mito difficilmente proponibile come fondazione di un’Italia nuova. Da qui parte un piccolo “calvario” sul luogo segreto dove la salma era conservata. La Democrazia Cristiana lo nasconde per 11 anni per paura fino alla tumulazione nel '57 a Predappio, e da allora si susseguono pellegrinaggi di persone che lo vedono come un vero mito. Adesso la M maiuscola per noi globalizzati è simbolo del MacDonalds, ma allora la M si riferiva a Mussolini.

E' evidente la chiave di lettura che ne consegue: “il carisma personale, l’ostentata esuberanza sessuale e l’esibizione di un corpo che sembra immune al trascorrere del tempo hanno forgiato, oggi come allora, un particolare legame fisico tra gli italiani e il loro capo che sembra essere una caratteristica del nostro paese e sulla quale ci è sembrato interessante riflettere”.

Significativa la citazione di William Faulkner inserita dal regista nei titoli di coda: "Il passato non è morto e sepolto. In realtà non è neppure passato".

30/11/2011, 21:00

Luca Corbellini