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FESTIVAL DI ROMA Extra-Off Doc, "Il volto della Medusa"


Donata Gallo si è recata all'Isola d'Elba presso l'Istituto Penitenziario di Porto Azzurro, per girare un documentario sui dipendenti di una struttura carceraria.


FESTIVAL DI ROMA Extra-Off Doc,
Portare la propria macchina da presa fra le gelide mura di un carcere, per raccontare la giornata di un gruppo di dipendenti della struttura. Questa la "missione" che ha spinto Donata Gallo a recarsi all'Isola d'Elba presso l'Istituto Penitenziario di Porto Azzurro, per dar vita al suo "Il volto della Medusa", presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione "Off Doc".

La regista ha avuto il coraggio di incamminarsi su una strada poco "battuta" dagli organi di stampa, che oggi tendono ad occuparsi delle carceri solo in seguito a suicidi di detenuti. Ottime dunque le intenzioni della Gallo, che cerca di scavare sotto alle divise dei secondini, uomini "duri" per mestiere, per portare alla luce le emozioni contrastanti che il lavoro li porta ad avere.

Se poco c'è da discutere sul soggetto, i problemi del documentario si riscontrano in alcune scelte di regia. Seguiti dalle telecamere, i dipendenti non sembrano quasi mai "naturali" e in varie occasioni i gesti e le battute appaiono costruite a tavolino. Altro aspetto che appesantisce il film è la lunghezza delle sequenze che mostrano conversazioni in equipe o in coppia, buone per gli argomenti ma inutilmente prolisse.

Il doc che prende il titolo da una frase del libro "Il ritorno del principe" del magistrato antimafia Roberto Scarpinato, nonostante lo scarso appeal cinematografico, fornisce allo spettatore uno spaccato di vita tanto interessante quanto complesso, in cui serietà e paura possono convivere al tempo stesso.

02/11/2011, 12:20

Antonio Capellupo