Fondazione Fare Cinema
!Xš‚ť‰

Inaugura oggi a Roma la mostra "SC’ART – Nessuno li puň giudicare"


Inaugura oggi a Roma la mostra
L'"altro" manifesto de "I Soliti Idioti"
Inizia oggi - per chiudersi il 5 novembre - presso Il Margutta RistorArte di Tina e Claudio Vannini la mostra "SC’ART – Nessuno li puň giudicare. Prove di manifesti cinematografici scartati, mai stampati, mai visti ..." firmata Brivido & Sganascia.

"SCARTI che, proprio in quanto redatti sul filo di un’ispirazione che esce un tantino dal canonico tracciato, ci affascinano d’un sogno parallelo ma diverso, affine ma oltre, possibile ma non attuabile".

Una selezione di una cinquantina di poster curata da Francesca Barbi Marinetti prevalentemente relativa a pellicole italiane, a cui sono stati preferiti risultati forse piů equilibrati, ma che “insistono ad intrigarci quasi come un’occhiolino in direzione di ulteriori scelte percorribili” – afferma la curatrice. La mostra raccoglie prove di manifesti cinematografici scartati, mai stampati, mai visti. Ogni manifesto commissionato dalla cinematografia italiana prevede da 5 a 10 proposte grafiche e non sempre i manifesti scelti sono i piů belli o i piů artistici.

Tra i molti titoli: “Nessuno mi puň giudicare” di Massimiliano Bruno (2011), “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini (2005), “Che bella giornata” di Gennaro Nunziante (2011), “My name is Tanino” di Paolo Virzě (2002), “Commediasexi” di Alessandro D’Alatri ( 2006), “Maschi contro Femmine” di Fausto Brizzi (2010), “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti (2008), “La Fame e la Sete” di Antonio Albanese (1999), “Almost Blue” di Alex Infascelli (1999), “L’Uomo Nero” di Sergio Rubini (2009), “La Vita č Bella” di Roberto Benigni (1997), “Primo Amore” di Matteo Garrone (2004), “Gallo Cedrone” di Carlo Verdone (1998), “Io & Marylin” di Leonardo Pieraccioni (2009) e perfino “I Soliti Idioti” di Enrico Lando in uscita il prossimo 4 novembre.

"Ancora prima di diventare una chicca appetibile del mercato sommerso della fabbrica dei sogni – spiega la curatrice – il manifesto cinematografico č la cover del film che nella sua forma di immagine statica da un lato innesca la miccia della nostra immaginazione dall’altro si fa testimone storico, immortalando scene, volti e nomi. Geniali o mediocri che fossero, i cartellonisti hanno cucito l’insieme del nostro immaginario filmico. Un’arte e un esempio di comunicazione diretta condotta storicamente a partire dalla maestria del disegno dei tempi passati fino all’elaborazione d’effetto della computer grafica di oggi. Il giusto bilanciamento tra gli ingredienti di figure e grafica diventano la quintessenza del suo prodotto, l’imprinting, l’icona indice per la rubrica della memoria, e al contempo promessa, seduzione e sublimazione per la pubblicitŕ del film".

Info www.ilmargutta.it

25/10/2011, 09:49