Fondazione Fare Cinema
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"I Want to be a Soldier", ovvero come
vedere il bersaglio ma non colpirlo


Una co-produzione italo spagnola per una storia ambientata negli States. Valeria Marini produttrice italiana e attrice in un ruolo secondario insieme ad attori come Danny Glover e Robert Englund. Premio Alice nella Città al Festival di Roma 2010, il film cerca di raccontare le conseguenze della scarsa attenzione che i genitori riescono a dare ai propri figli.



Valeria Marini, insegnante in "I Want to be a Soldier"
"I Wanto to be a Soldier " non è per i ragazzi. E' un film per i genitori, non tutti ovviamente, ma solo per quelli convinti che basti avere un apparato riproduttivo per sentirsi in diritto/dovere di fare dei figli.
Nel film, co-prodotto da Valeria Marini, ogni traccia di osservazione o denuncia sociale sbiadisce di fronte alla stupidità di due genitori inconsistenti pensati in sceneggiatura proprio per creare gli spunti di cui ha bisogno il film. Mamma e papà sono così inetti che non appaiono neanche nella locandina del film...

Il disagio sociale, il bullismo, i genitori assenti, la violenza gratuita e la tv spazzatura esistono, ma in "I Wanto to be a Soldier", riescono a far danni in maniera incomprensibile, creando un mix esplosivo unico, senza seguire alcun calcolo delle possibilità.

Il film parte da buoni propositi di riflessione e denuncia, ma perde credibilità già in fase di scrittura, proponendo motivazioni eccessive per giustificare il degenerare della situazione. Basta una dose massiccia di violenza in tv (Arancia Meccanica?) per mutare non solo le azioni, ma anche la personalità di un ragazzino? L'ossessivo amico immaginario, fino a che punto può agire negativamente sul ragazzino? E' possibile passare dall'essere un bambino che chiede il bacio della buona notte alla mamma a essere un naziskin con tanto di Doctor Martins ai piedi?
Tutto perché sono nati due fratelli? O perché ci hanno messo la tv in camera? Eccessivo. Sì, c'è tutto, ma è sbilanciato e assemblato in modo confuso e ricco di contraddizioni.

Lo sforzo produttivo negli Stati Uniti di Valeria Marini e soci è encomiabile, ma il risultato poteva essere superiore se gli obiettivi fossero stati più chiari dall'inizio. In Italia uscirà venerdì 14 in circa 30 copie, distribuito da IRIS Film, che è ancora in attesa del visto di censura "per tutti". Il turpiloquio gratuito e l'abbondanza di situazioni e immagini violente, gradite dal pubblico di ragazzi del Festival di Roma 2010 tanto da fargli vincere il premio Alice nella Città, non sono certo educative come il film vorrebbe essere. Il regista Christian Molina denuncia l'uso indiscriminato e distorto, fatto da certa tv, di immagini violente e pericolose senza pensare che lui, nel suo film, ha fatto lo stesso. Speriamo che ci pensi la commissione di censura.

11/10/2011, 15:28

Stefano Amadio