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Festival di Locarno 2011: "Tahrir", la storia
della rivoluzione del popolo egiziano


Il lavoro di Stefano Savona è un documentario "in tempo reale", un film scritto con i volti, con le mani, con le voci di chi stava in piazza al Cairo per protestare nel febbraio 2011 contro il regime di Mubarak: un'opera emozionante nel suo scorrere, giorno dopo giorno.


Festival di Locarno 2011:
Anteprima mondiale al Festival Internazionale del Film di Locarno per "Tharir - Liberation Square" di Stefano Savona, che racconta in diretta dalla piazza Tahrir dei Cairo la rivolta popolare egiziana, dello scorso gennaio-feggraio, contro la dittatura di Mubarak, durata per 30 anni.

"Tharir"è il primo documentario "in tempo reale" della rivoluzione, partita da un gruppo di giovani su Facebook e sfociata poi in una forza dirompente di egiziani di qualsiasi ceto sociale e religioso, determinati nel proclamare il proprio grido di libertà e di rispetto. Per la prima volte, in uno spettacolo allo stesso tempo tragico ed esaltante, il mondo ha visto la potenza incontenibile dell’agire in comune. L’Egitto si è rivoltato cantando ed urlando, cosa che il regime mai gli aveva permesso, senza aver paura degli attacchi della polizia, dei cecchini appostati sui palazzi e del rilascio dei delinquenti dalle prigioni (pagati profumatamente), usati per creare caos e violenza.

Nell'opera di Savona emergono gli individui, eroi improbabili, per la maggior parte giovani ma anche molte donne ed adulti, che vivono una situazione storica forse piu’ grande di loro ma con vero idealismo, realismo e condivisione. Insomma, "Tahrir" è un film veramente emozionante nel suo scorrere, giorno dopo giorno, fino all’annuncio delle dimissioni di Mubarak.

"sono stato adottato da quella folla, non ero una troupe cinematografica o televisa, filmare diventava un gioco collettivo, la leggerezza e la precarietà hanno giocato a favore e non contro il mio film. A volte il professionismo uccide la libertà. Ancora oggi sono scosso dall’energia, mia e dei manifestanti. Ho cercato di mantenere nel montaggio l’allegria, l’euforia e le sensazioni di quei momenti, creando immagini che uscissero fuori dal metabolismo della società dello spettacolo", ha dichiarato il regista.

06/08/2011, 16:35

Luca Corbellini