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Bellaria Film Festival 2011: Giulio Scarpati si racconta


Non solo tv, ma anche tanto cinema. In occasione di un incontro con il pubblico di Bellaria, l'attore romano ha raccontato le origini della passione per la settima arte.


Bellaria Film Festival 2011: Giulio Scarpati si racconta
Prima del successo ottenuto grazie alla fiction televisiva “Un medico in famiglia”, la carriera di Giulio Scarpati è stata ricca di esperienze nel teatro e nel cinema, lavorando con autori quali Marco Tullio Giordana ed Ettore Scola. In occasione della presenza al “Bellaria Film Festival” in qualità di presidente di giuria del concorso “Italia.Doc”, l'attore romano ha parlato della propria passione per il cinema: "Quando ero ragazzo adoravo il cinema americano di Al Pacino, Jack Nicholson e Martin Scorsese, perché si respirava il fascino dell'Actor Studios. Mi piace andare in sala, ma mi accorgo che i tempi sono cambiati, perché oggi quando chiedi ad un amico di andare a cinema, la risposta è “sono stanco”, mentre in passato la frase era “sono stanco, me ne vado a cinema”. Abbandonarti ad un racconto dovrebbe essere la cosa più bella, non rappresentare una fatica. Si è perso il piacere della partecipazione collettiva e la fortuna è che esistano festival come “Bellaria” che riportano la gente ad interessarsi al cinema".

Nel 2004 la puntata che segnò il ritorno del suo “Lele” in “Un medico in famiglia” raggiunse più di 11 milioni di ascolti, ma sul successo Scarpati ha una sua idea precisa:
"Tante volte se ne parla come di una grave colpa ma la notorietà mi ha permesso di fare tante altre cose, come “L'idiota” di Dostoevsky, portato in tanti teatri, riempiti anche grazie al successo di “Un medico in famiglia”. Fortunatamente è arrivato quando ero già grandicello e avevo alle spalle anni di teatro ed esperienze nel cinema. In ogni caso i numeri dell'auditel sono importanti, ma la soddisfazione impagabile per un attore è sapere di aver fatto bene il proprio lavoro e credo che alcune scelte andrebbero fatte seguendo la qualità e non solo i numeri."

E l'attore si auspica anche un rinnovo nel mondo del seriale televisivo:
"Nei serial, gli americani riescono ad offrire varietà nelle scelte e linguaggi coraggiosi. In Italia si rischia poco per paura di non fare grandi ascolti, ma il materiale narrativo deve essere rinnovato perché il rischio è che si finisca per raccontare sempre la stessa storia con i soliti ingredienti".

04/06/2011, 17:00

Antonio Capellupo