Fondazione Fare Cinema
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Mario Martone con "Noi Credevamo" al Cinema Pierrot di Ponticelli


Mario Martone con
Mercoledì 13 aprile 2011, a Ponticelli presso il Cinema Pierrot, Mario Martone, ospite dell’Arci Movie, sarà protagonista di un importante evento culturale per la periferia orientale, incontrando di mattina gli studenti delle scuole superiori e in serata gli oltre 1000 soci dello storico Cineforum del quartiere.
L’occasione è data dalla proiezione dell’ ultimo lavoro del regista napoletano, "Noi credevamo", presentato in concorso alla 67. Mostra del Cinema di Venezia, liberamente ispirato a vicende storiche realmente accadute e all’omonimo romanzo di Anna Banti edito da Mondatori. Noi credevamo, applaudito dal pubblico e osannato dalla critica, racconta la storia di Domenico, Salvatore e Angelo, tre ragazzi del Sud Italia e delle loro esistenze sospese tra rigore morale e pulsione omicida, spirito di sacrificio e paura, carcere e clandestinità, slanci ideali e disillusioni politiche, sullo sfondo della più sconosciuta storia dell'Unità d'Italia tragicamente segnate dalla loro missione di cospiratori e rivoluzionari.

Quella di Martone a Ponticelli non è la prima volta. Negli oltre vent’anni di attività dell’associazione sul difficile territorio della periferia est tante sono state le occasioni di incontro e dibattito e di visione dei suoi film e costante è stato il sostegno e l’adesione all’impegno compiuto per la promozione del cinema da Arci Movie.
Nel 1993, quando Martone fu tra i sostenitori della campagna di mobilitazione “Salviamo il Pierrot” per scongiurare la chiusura del cinema e esortò a resistere, a credere nel futuro, che vedeva possibile, importante e dignitoso come per un qualunque cinema di periferia di Berlino, Londra o Parigi.

Dopo Avati, Celestini,Capuano, Servillo e tanti altri, torna Martone, nel 2011, con Noi credevamo, a Ponticelli, in periferia… dove niente è cambiato… Nonostante le immense risorse altrove distribuite per eventi e festival, in periferia il cinema rischia ancora la chiusura, e non c’è stabilità per chi fa cultura tutti i giorni, tutto l’anno da oltre vent’anni.

06/04/2011, 17:28