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Speciale Sfogliando un Film 2011 - Mario Sesti:
"Pier Paolo Pasolini è una via di mezzo tra
il Maradona e Mozart della lingua italiana"


Il critico cinematografico Mario Sesti, ospite del secendo appuntamento della quarta edizione della rassegna "Sfogliando un Film" di Catanzaro, ha parlato di Pier Paolo Pasolini, il grande intellettuale italiano che "con la sua visione non borghese della vita ci ha restituito il senso di un’identità italiana positiva, accogliente, di cui essere orgogliosi".


Speciale Sfogliando un Film 2011 - Mario Sesti:
Una via di mezzo tra il Maradona e Mozart della lingua italiana”. Con questa definizione, che assomiglia più ad un azzardo, il noto critico Mario Sesti ha definito la poetica di un grande intellettuale italiano che ha contribuito a far riscoprire attraverso “quel troppo di realtà che c’è nel cinema”. La proiezione de “La voce di Pasolini”, il documentario ispirato ai testi dell’indimenticato scrittore friuliano, ha fatto da preludio all’incontro con Mario Sesti per il secondo appuntamento con la rassegna cinematografica “Sfogliando un film”, giunta quest’anno alla sua quarta edizione, organizzata dall’Associazione Culturale “Otto e mezzo” a cura di Antonio Capellupo, per conto della Biblioteca comunale “F. De Nobili” di Catanzaro con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro. Nel film i testi di Pasolini, letti da Toni Servillo e accompagnati da materiale d’archivio, aiutano a ricostruire la storia d’Italia dal dopoguerra agli anni ’70, raccontando non solo grandi temi come l’odio per la borghesia e il difficile rapporto con la contestazione giovanile, ma anche una storia mai trasportata sul grande schermo e sulla quale Pasolini stava lavorando al momento della morte: “Porno Theo Kolossal”. La visione del film si è rivelata un’occasione preziosa per riscoprire le mille sfaccettature dell’animo di un personaggio capace di raccontare l’anima sommersa del suo Paese anticipandone, per certi versi, le evoluzioni future.

Il dibattitto successivo si è aperto con un appassionato intervento a cura del “Circolo di lettura” della Biblioteca “De Nobili”, nella persona del giovane Umberto Mancino, che ha fornito i giusti spunti per la relazione di Sesti. "Ogni volta mi fa impressione vedere le mie emozioni rispecchiarsi negli altri" - ha raccontato il critico -. "Pasolini ha saputo usare una straordinaria invettiva nella saggistica e nel sonetto, così come nel romanzo, negli studi filologici e nella canzone, descrivendo in modo suggestivo il mondo della periferia e della campagna. Poi si è innamorato del cinema per una ragione opposta, interpretandolo con il minor grado di soggettività possibile attraverso inquadrature semplici, attori non professionisti ed un montaggio sempre lineare”. Sesti spiega che l’obiettivo culturale del suo lavoro è stato, appunto, quello di ridare al pubblico, specialmente quello più giovane, l’opportunità di venire a conoscenza della letteratura smisurata e della ricchezza di vita di Pasolini, offrendo un messaggio spesso oscurato da un tragico epilogo: "Una parte di letteratura su Pasolini sostiene che questi abbia collaborato attivamente alla sua morte" – continua Mario Sesti - "In verità il fatto che stesse preparando un altro film dimostra che Pasolini avrebbe continuato a vivere seguendo il suo unico dogma: assaporare ogni istante al massimo dell’intensità possibile". Il critico e regista di origini calabresi ha dunque illustrato Pasolini lavorando molto su immagini di repertorio mai viste prima e che consentono di raccontare la storia d’Italia e la fine di una civiltà, come quella contadina, nata nel neolitico e distrutta in pochi anni dall’avvento del capitalismo. Pasolini, strenuo difensore delle radici, amava anche il dialetto: "Per trasportare al cinema questa idea abbiamo pensato ai filmini di famiglia, così apparentemente sgrammaticati, eppure utili a recuperare il senso di pienezza della vita che c’era prima che il potere omologasse e svuotasse tutto. Con la sua visione non borghese, Pasolini ci ha restituito il senso di un’identità italiana positiva, accogliente, di cui essere orgogliosi". L’intervento di Mario Sesti si allarga anche al campo di un’utopica riflessione: "La morte di Pasolini è coincisa proprio con la scalata al potere di un grosso network privato televisivo" – ha detto -. "Sarebbe curioso sapere se Pasolini avrebbe fatto la differenza: il capitalismo ha avuto campo libero, forse, perché è venuta meno la resistenza intellettuale". Tra le altre riflessioni suggerite dal dibattito, il critico si concentra, infine, anche sugli scenari futuri: "L’unico vero vantaggio sono le condizioni materiali: tutti possono fare film senza aver bisogno di produttori" – ha concluso -. "Per coltivare il talento occorre affrontare il rischio della propria mediocrità: sono convinto che i giovani possano fare tesoro delle nuove tecniche e che arriverà il momento in cui raccontare per immagini e suoni sarà ancora più accessibile".

Sfogliando un film” proseguirà il 22 marzo quando sarà di scena un altro protagonista d'eccezione come Stefano Disegni, noto per le sue sarcastiche e dissacranti vignette sul cinema. Per l'occasione sarà inaugurata alla Biblioteca “De Nobili” la mostra di tavole originali “Disegni in Biblioteca”.

23/02/2011, 13:20

Domenico Iozzo