Nadège, Amélie e Léonie sono tre donne che vivono in Camerun, Africa. Il mondo del web porta queste tre giovani ad interagire con il mondo alla ricerca di amicizie o storie d'amore con "uomini bianchi", distanti dalla loro coltura e con usanze diverse.
Giovanni Princigalli parte da una chat per conoscere le tre protagoniste del documentario "
Les Fleurs à la Fenetre", un'opera che descrive la nazione africana e la condizione delle donne, divise tra speranze per il futuro e un presente difficile. Ma il documentario è, anche, una descrizione della globalizzazione del mondo moderno, dove il "web" avvicina i cittadini del mondo, dove il mezzo elettronico crea "amicizie virtuali" nelle quali l'uomo può raccontare le proprie insicurezze ed i propri sogni, in libertà, senza vincoli o chiusure mentali, ma anche per trovare nuove aspettative di vita lontano da una situazione economica difficile. Non a caso i "centri internet" camerunensi sono affollatissimi, i "social network" nascono come funghi, le chat sono sempre più popolate. C'è anche dell'altro in "
Les Fleurs à la Fenetre", ed è l'orgoglio e la forza di Nadège, Amélie e Léonie, che vivono non solo di aspettative, ma cercano di emergere in un contesto sociale difficile, ognuna intrapendendo la propria strada, coltivando interessi diversi, aiutando i propri familiari.
Giovanni Princigalli è una documentarista italiano di Bari, che vive a Montreal (Canada) da alcuni anni. Oltre a "
Les Fleurs à la Fenetre" ha realizzato il pluripremiato documentario "
Japigia Gagì" (2003), sulla complessa realtà dei rom rumeni che vivono In Italia, "
La Notte della Taranta" (2004) ed "
Ho Fatto il mio Coraggio" (2009), opera sull’emigrazione italiana a Montreal.
27/01/2011, 19:31
Simone Pinchiorri