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Note di regia del documentario "Dalla Testa ai Piedi"


Note di regia del documentario
Mohammed è un uomo libero intrappolato in un corpo che non riesce ad accettare, un corpo che condiziona le relazioni con le persone, la sua voglia di amare una donna, avere dei figli, vivere una forma di normalità che desidera ma che crede di non poter avere, si continua a domandare perché la vita è stata così crudele con lui.
Quando l'ho conosciuto ho subito pensato di trovarmi davanti ad una persona che tutti avrebbero dovuto conoscere e così ho deciso di fare questo film. Con una piccola troupe ho cominciato a seguirlo durante la sua vita quotidiana, seguire i suoi movimenti, i suoi pensieri,condividendo momenti molto difficili ma anche divertendoci molto, siamo diventati parte della sua vita,siamo diventati amici. Le riprese andranno avanti fino alla messa in scena del laboratorio teatrale che Mohammed sta frequentando. Il film segue un processo, un viaggio e cerca di documentare così anche il cambiamento che Mohammed si è prefisso di raggiungere anche attraverso il film stesso. Vedersi egli stesso con altri occhi,guardarsi da fuori. 
Ciò che mi ha subito legato a Mohammed e alla sua storia è la potente energia che mi ha trasmesso. Mi ha rapita, emozionata, con il suo sorriso e la sua intelligenza. Mi ha stupito, che dopo aver vissuto 23 anni dolorosi non portasse addosso alcun segno di anima violata. Mi sono chiesta se fosse proprio lui il “Piccolo Principe”, arrivato dal suo pianeta. Fra me e Mohammed c'è un legame speciale, un'amicizia che si è rafforzata con la decisione comune di fare questo film. Tra noi c'è fiducia, un rapporto intimo, non abbiamo paura di svelarci. Lui non ha alcun timore della camera, l'ha definita: “uno dei pochi sguardi che non mi giudica e non mi infastidisce” é il mezzo che vuole utilizzare per raccontarsi.
Il tema del “cambiamento”, inteso come percorso di vita, viaggio,è al centro della mia ricerca. Nell'ultimo film che ho fatto , “Casa mia”, ho lavorato a Bucarest con due ragazzi di strada che sono stati capaci di fare una scelta radicale e difficile. Allora come oggi, l'intento è sempre quello di portare alla luce esperienze positive dove esiste una potente forza anche in mezzo alla disperazione.
“Dalla testa al cielo” racconta la storia di un uomo che rappresenta quella di tutti coloro che, almeno per una volta nella vita, si sono sentiti “diversi”, “non accettati” oppure solo “incompresi”. Delicatamente ma in modo molto critico affronta il tema della discriminazione e della diversità. Mohammed con le sue riflessioni apre una visione nuova dell’esistere. Si chiede se anche lui ha diritto ad essere, ad avere un ruolo in questa società, ma soprattutto ci fa capire che indispensabile per vivere sono poche cose, una fra tutte essere amati; Mohammed lo desidera, più di ogni altra cosa vorrebbe amare ed essere corrisposto prima di tutto da suo padre e da sua madre e un giorno anche da una donna.

Debora Scaperrotta