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Note di regia del film "La Prima Linea"


Note di regia del film
Nel 1978, esattamente trent’anni fa, il rapimento e l’uccisione dell’onorevole Aldo Moro ha rappresentato il culmine del fenomeno terrorismo, che di lì a pochi anni si sarebbe dissolto, pur lasciando dietro di sé ancora morti, ancora sangue innocente. Un drammatico evento che ha cambiato per sempre la storia di questo paese. Un trauma collettivo vissuto da tutta la nazione. E’ comprensibile che la nostra cinematografia si sia concentrata proprio sul racconto di quel fatto e sulle Brigate Rosse, l’organizzazione che ne è stata responsabile. Quasi tutti i film italiani dedicati al terrorismo sono incentrati su quei drammatici giorni. Ne cito uno per tutti: “Buongiorno Notte” di Marco Bellocchio.
Il terrorismo italiano è stato però un fenomeno molto vasto, unico in Europa, che ha coinvolto larga parte di un’intera generazione di giovani cresciuti negli anni ’70.
Cominciato in sordina all’inizio degli anni ’70, il fenomeno terrorismo esplode nella seconda metà del “decennio lungo del secolo breve”. Solo nel 1976 si calcolano circa mille terroristi e diecimila fiancheggiatori, poi saranno molti di più. Dal 1976 al 1980 ci furono circa diecimila episodi di violenza politica e attentati, con un media impressionante di 5 al giorno.
Migliaia di terroristi e decine di migliaia di fiancheggiatori. La maggior parte, oltre il 65%, abbondantemente sotto i trenta, parecchi addirittura sotto i vent’anni. Una cifra enorme di ragazzi e ragazze che scelgono la lotta armata nel nome di una rivoluzione che pensano, è questo che oggi appare più incredibile, imminente. Scelgono di sparare, di ferire e poi di uccidere, in una deriva che li travolge inesorabilmente.
Come è stato possibile tanto dramma, tanto dolore arrecato, e tanta dissoluzione di giovinezza? E come è possibile che nessuno lo abbia ancora compiutamente raccontato?

Renato De Maria