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Le insicurezze di Muccino e i tormenti di Tornatore
al Festival Internazionale del Film di Roma


Le insicurezze di Muccino e i tormenti di Tornatore al Festival Internazionale del Film di Roma
Le insicurezze di Gabriele Muccino e i tormenti di Giuseppe Tornatore escono finalmente allo scoperto. A dare loro l'occasione di fare “outing” sulle difficoltà di riguardare a distanza di tempo le proprie pellicole, di trattare temi particolarmente vicini alla propria vita o di riuscire a realizzare al cento per cento il film che si aveva in testa, è stata la sezione “Extra” del Festival Internazionale del Film di Roma. In un incontro condotto da Mario Sesti e Piera Detassis, i due autori hanno discusso fra loro per quasi due ore, ricche di ricordi, prospettive, cinema.

In apertura di serata, Giuseppe Tornatore ha commentato quattro minuti inediti, estratti dai documentari in super8, girati da giovanissimo in una Sicilia che mostra quella realtà contadina di recente narrata in “Baaria”. Materiale proveniente da quasi dieci ore di archivio che, a detta dello stesso regista "erano lì da 35 anni e finalmente ho trovato il coraggio di tirarli fuori". Coraggio che è mancato al collega Gabriele Muccino, che già guardando una breve scena di “Come Te Nessuno Mai”, diventa rosso e va quasi in crisi: "Non farei mai vedere alla gente i miei corti girati a ventidue anni. Ho troppa vergogna e già rivedere una breve sequenza di questo film. Mi fa pensare a quanto lo trovi imperfetto". Nel corso dell'incontro, tante le tematiche trattate e le clip mostrate ad un numeroso pubblico, da “Malena” a “Sette Anime” passando per “La Ricerca della Felicità” e “La Leggenda del Pianista sull'Oceano”. Un momento di riflessione sul caso-Polanski non è mancato e Tornatore, legato al regista polacco da un forte rapporto di stima reciproca è stato chiaro: "Spero che tutto si concluda nel rispetto della giustizia, ma fino ad ora tutto è stato molto strano. In tanti hanno strumentalizzato la vicenda e le parole di noi che gli siamo vicini e questo è davvero terribile". L'incontro si è poi concluso con un richiamo a Ennio Morricone, collaboratore fedele per Giuseppe Tornatore e mito inavvicinabile per Muccino: "Non ho il coraggio di chiedergli di lavorare per me. E' così grande che non saprei dirgli di no, anche se un pezzo non mi convincesse".

17/10/2009, 12:21

Antonio Capellupo