Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del film "Sbirri"


Girare "Sbirri" ha richiesto l’utilizzo d’attrezzature d’ultima generazione che ci hanno permesso di lavorare con agilità in azioni ad alto rischio.
Tutto è stato girato in alta definizione, con camere speciali ad altissima risoluzione, anche a chilometri di distanza e in qualsiasi situazione di luce. Per l’audio sono stati usati microfoni direzionali in dotazione ai servizi segreti.
E’ stato fatto tutto il possibile per dare allo spettatore la sensazione di essere sempre al fianco dei nostri personaggi, vivendo in pieno tutte le loro emozioni.
Volevamo raccontare una storia d’attualità, in modo vero. Doveva essere un film in tutto e per tutto, ma con l’autorevolezza e la credibilità che di solito solo i documentari riescono ad avere. Così abbiamo deciso di portare tutti gli spettatori dentro la realtà. Altri film hanno raccontato il mondo dello spaccio degli stupefacenti, noi lo facciamo vivere in prima persona.
Come? Come ha fatto Raoul Bova, il nostro protagonista, che ha vissuto per un mese con i poliziotti della sezione U.O.C.D. della Squadra Mobile di Milano.
E’stata la sfida più grande: un attore che si misura con la realtà, creando il proprio personaggio secondo dopo secondo, respiro dopo respiro; una troupe cinematografica che si è annullata completamente, diventando una presenza impalpabile, con l’intento di registrare fedelmente tutti gli accadimenti senza alterarli.
Posso assicurare che tutto ciò che vivrà lo spettatore noi l’abbiamo vissuto in prima persona.
Un’altra sfida è stata quella di far convivere parti di finzione con la realtà. Così abbiamo deciso con tutto il cast di lavorare sull’improvvisazione. Ogni attore ha scavato nel profondo della sua anima per trovare le stesse emozioni vissute dal suo personaggio. E’ stato un lavoro duro, a volte doloroso, un’esperienza che ci ha avvicinato.
Nelle riprese delle parti di "fiction" ho voluto mantenere lo stesso linguaggio adottato per filmare la realtà. La macchina da presa rimane sempre un elemento esterno, che osserva in modo imparziale, spia, non prevarica gli avvenimenti, tende a rimanere in disparte, a celarsi dietro dei filtri naturali, vetri, riflessi o dietro il linguaggio ormai naturale delle webcam e dei telefonini.
Ideare e girare "Sbirri" è stato unico ed elettrizzante, merito di un cast artistico e tecnico d’altissima qualità e di una coppia di produttori che sì è dedicata anima e corpo a questo progetto coinvolgendo tutti con il loro entusiasmo.

Roberto Burchiell