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Intervista a Sesto Cifola


Intervista a Sesto Cifola
Quanto è difficile riuscire ad esportare delle opere prime e in che modo si riesce a fare?
Sesto Cifola: Ritengo che ci sia l’autore affermato, ma nello stesso tempo esistano opere prime che riescono a conquistarsi risultati di pubblico e critica, che non hanno nulla da invidiare ai grandi. Il MGFF è da ammirare perché ritengo che il cinema è un impegno di molte persone e non solo dell’autore. Ci sono opere prime che negli anni hanno vinto festival importanti come Cannes o Venezia e sono riuscite ad avere grandi risultati di mercato. Il sostegno verso autori affermati e non affermati debba essere fatto nello stesso modo.

Della fetta di mercato che il cinema italiano riesce a ritagliarsi all’estero, il pubblico ne sa sempre troppo poco. Quali sono i maggiori paesi-compratori del nostro cinema?
Sesto Cifola: Stiamo riconquistando dei mercati. Il cinema italiano sta ritornando in Francia,Germania, Olanda, in quell’Europa che ci ha visti protagonisti negli anni ’70 e ’80. Da poco sono stato a Mosca, per presentare con Montaldo “I Demoni di San Pietroburgo” e mi sono reso conto di come in Russia il cinema italiano sia richiesto e amato. Capitano poi dei casi straordinari, come in Giappone, mercato che stiamo cercando di conquistare, in cui ti ritrovi in una sala gigantesca di Tokio con il pubblico che al termine della proiezione si alza ad applaudire, segno dell’amore e della stema verso il nostro cinema.

E per la lingua, viene eseguito un doppiaggio o si proietta la pellicola in lingua originale sottotitolata?
Sesto Cifola: Il cinema d’autore italiano e non, va con i sottotitoli. Il doppiaggio è qualcosa che avviene solo in una piccola parte d’Europa, ai fini prevalentemente del cinema statunitense, ma in paesi come la Francia o la Germania il sottotitolo non rappresenta per niente una nicchia e serve a valorizzare la recitazione originale e la presa diretta.

C’è qualche autore che si riesce a “vendere” in qualsiasi occasione?
Sesto Cifola: Dico che ce ne sono molti. Tralasciando i maestri, anche se farò torto a qualcuno, nomino tra i nuovi autori Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana,Gianni Amelio e Marco Risi. Ci sono autori che fanno film buoni o meno buoni ma esistono delle attese verso alcuni registi in particolare, soprattutto in Europa.

I successi di Cannes ottenuti da “Il Divo” e “Gomorra” rimbombano ancora nelle orecchie dei cinefili. Il festival o la rassegna riesce ancora a rappresentare seriamente quel trampolino di lancio per riuscire ad esportare le pellicole nostrane nel mondo?
Sesto Cifola: Sicuramente si, esistono delle vetrine importanti che danno grande visibilità ad alcuni film. Oggi accade che “Gomorra” finisca dopo il buon risultato in quaranta paesi, ma già quando andavo a Cannes con i Taviani, il giorno dopo la presentazione si firmavano i primi contratti. Solo partecipare a festival di questo genere dà lustro, se poi arrivano i premi c’è la sicura vendita.

21/07/2008, 17:58

Antonio Capellupo