Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "Stessa Spiaggia Stesso Mare"


Il film si avvale di tre forme di contributi audiovisivi, il materiale dell’Istituto Luce, per lo più in bianco e nero, le nostre riprese e interviste, le fotografie, i filmati amatoriali e gli spot a colori degli anni ’50 e ’70.
A questa tripartizione che, con i suoi rimandi tra passato e presente, è una delle cifre salienti del film, va sommata una seconda griglia stilistica e tematica: alla documentazione delle spiagge brulicanti, dei vacanzieri dalle pelli abbronzate, degli alberghi affollati, all’estate inquadrata nel materiale in bianco e nero dei documenti d’archivio, si intrecciano le nostre riprese girate d'inverno.
Si mette quindi a punto una dicotomia semantica che vede opposto il materiale targato “estate/passato/bianco-nero” a quello “inverno-presente colore”. In altre parole, il massimo del godimento, dell’allegria, della festosità, è caratterizzato da quello che da molti è considerato il tratto saliente dell’immagine demodé, vecchia, passata: il bianco e nero, appunto. E viceversa: il colore racconta la Riviera disabitata, le spiagge deserte, la nostalgia di chi ha vissuto quella stagione d’oro del turismo straniero.
Il montaggio del film intende esser serrato, ironico, scanzonato, con ampio uso di canzoni dell’epoca e accostamenti divertenti tra immagini e suoni provenienti da contesti e epoche diverse. L’uso della voce fuori campo vuol esser contenuto e sobrio: ad essa sono affidati soprattutto l’inquadramento storico e i passaggi di carattere generale, mentre si lascia alle immagini di repertorio e alle voci dei protagonisti il compito di suscitare emozioni e far riflettere sui significati profondi di quelle vicende.
L’obiettivo è coinvolgere lo spettatore in un percorso storico ma anche passionale, attraverso personaggi che non sono dei puri e semplici testimoni (di essi, per forza di cose, raccontiamo la vita privata, passata e presente), ma esseri umani in carne ed ossa, a cui, strada facendo, finiamo per affezionarci.

Guido Chiesa