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Note di regia del film Un Aldo Qualunque


Dario Migliardi descrive il suo film "Un Aldo Qualunque".


Note di regia del film Un Aldo Qualunque
Il regista Dario Migliardi
Ho voluto usare toni brillanti e divertenti, per raccontare l’amicizia che nasce tra due persone così diverse. L'esperienza che vivono insieme, forte, per certi aspetti irragionevole e paradossale, li cambierà. Aldo è incorruttibile, rigido, sempre attento a non cedere alle lusinghe e all’errore, si troverà a fare i conti con se stesso, con le proprie verità, i dogmi e le convinzioni. Chiuso nel suo mondo di certezze e valori che lo proteggono dal dubbio, è colto da un avvenimento inatteso e ha la necessità di ricompattare la sua vita così frantumata. Biagio invece è l'opposto, raffigura la trasgressione, l'incertezza, il dubbio, la precarietà e oltre ad avere delle perplessità è vinto dalla fine dei valori in cui credeva.
Ho desiderato descrivere le contraddizioni di chi ha le certezze, i timori di chi non ha dubbi. Sempre con un tocco di ironia e goliardia, senza prendersi troppo sul serio. Aldo e Biagio quasi non si accorgono che l'unica forza che li fa andare avanti è la volontà di riscattarsi verso un futuro più libero. Un altro personaggio è Caimano, così ingenuo; che si lascia vivere dalla vita con l'immagine dell'incanto e della semplicità. E' il punto di unione tra Aldo e Biagio, è colui che con la propria spontaneità, descrive il suo mondo pieno di suoni onomatopeici. La sua saggezza diffonde una spiritualità vaga. Le uniche due donne sono così diverse da non avere in apparenza alcun legame. Marisa vuole dimostrare la severità della morale; è colei che insegna la rettitudine. Ma l'imprevisto è in agguato e la contraddizione vincerà. Mark è la sua proiezione, rappresenta quello che lei vorrebbe essere.
Helèna invece è la confusione, è l’incontro con la società. Don Luigi, il prete rock: sbaraglia Aldo, il quale trovandosi di fronte ad una situazione così fuori dal comune, s’imbarazza e mostra il suo provincialismo.
La fine della storia svelerà che ognuno ha dei punti oscuri che emergeranno grazie agli incontri che la vita riserva.
Perché il 1978
E’ un anno straordinario, irripetibile, storicamente denso di avvenimenti che influenzeranno la vita del nostro Paese.
La presenza di tre Papi, l’elezione di un socialista a Presidente della Repubblica, il rapimento Moro, i conflitti sociali tra sindacati, operai e aziende, il terrorismo, la legge 180, contribuiscono a portare il caos.
Tra tutti questi avvenimenti, una parte marginale, ma per il film prioritaria è una indagine sul calcio scommesse.
Un Papa che muore dopo pochi giorni dall’elezione, è per Aldo la fine delle certezze. La sua crisi religiosa è influenzata dai fatti ed esasperata dall’incontro con un disfattista come Biagio che contribuisce ad alimentare il dubbio.
Biagio disinteressato alla politica, sceglie l'individualità, è andato “oltre”, ora si dedica a se stesso.
Il suo nuovo mondo sono le scommesse clandestine sul calcio; questa nuova realtà può veramente cambiargli la vita.
La scelta delle musiche: i Timoria
Alla fine degli anni ’70 non c’è stato solo il caos, li ricordo come anni di grande movimento e colore. Le piazze erano invase da giovani che avevano voglia di esprimersi.
La musica rock è stata la colonna sonora di quegli anni. I Timoria con il CD “El Topo Grand Hotel” avevano suonato con tonalità vicine agli anni ’70.
Mi sono sembrati i più indicati per dare energia, entusiasmo e colore alla colonna sonora. Volevo che la musica del film ricordasse gruppi come i “Dik Dik”, l’ ”Equipe 84”, ma anche i “Creedence Clearwater Revival”, o i primi “Bee Gees”.
I Timoria e la loro musica sono un arcobaleno di quegli anni.

Dario Migliardi