!Xš‚‰

Note di regia del film "Pater Familias"


Il regista Francesco Patierno descrive il suo film "Pater Familias".


Note di regia del film
Una scena del film "Pater Familias"
"Pater Familias" non è un film incentrato sulla delinquenza minorile, quanto piuttosto sulla famiglia, e in modo particolare, come suggerisce il titolo, sulla figura del padre rispetto a quello che sarà lo sviluppo psicologico e sociale del figlio. E' un film duro, ma anche dolce, struggente. Un film in cui nonostante la crudeltà e la spietatezza di certe loro azioni, tutti i personaggi sono accomunati da un desiderio smodato di vita che non trova nessun riscontro nella realtà in cui vivono, sommersi da un fatalismo che impedisce loro qualsiasi progetto o possibilità di riscatto sociale. I ragazzi del film sono degli anti-eroi che vorrebbero ribellarsi al destino dei loro padri senza avere gli strumenti per farlo. E, i più sconfitti sono proprio i "pater familias", totalmente incapaci di dare ai loro figli quelle attenzioni e quell'amore che anche a loro è stato negato. I personaggi femminili (le figure più forti e lucide del racconto) sono destinate comunque a soccombere dentro la mentalità gretta e patriarcale della provincia che nulla riconosce al proprio valore; tranne Rosa, che dopo tanti anni trova la forza di reagire, e Matteo che torna per compiere un gesto che riscatterà il passato dei suoi vecchi compagni, dei suoi vecchi amori… e lo libererà dal silenzio della sua anima, dei suoi ricordi muti. Il viaggio di Matteo è fatto di continui e improvvisi ricordi in cui si mescolano il passato e il presente, i vivi ed i morti, l'amore e la violenza, i bambini e gli adulti. Lì dentro, in quel mondo visionario, Matteo ricrea e ridisegna quella fragilità, quella mitezza, quella infanzia, che alberga anche nelle persone più spietate, negli atti più crudeli, quella parte rimasta bambina eppure negata. In questo modo le emozioni passate, rimosse per poter sopravvivere, riaffiorano come bolle nell'acqua portando in superficie un mondo mai vissuto, negato e infine fuggito. In tutte queste storie emergerà chiaramente il protagonista “assente”: il PADRE. nucleo di forza e di paura, di autorità e di sottomissione. Punto di partenza per ogni crescita, che ha reso queste famiglie luogo di chiusura invece che spazio di libertà. Se da una parte c'è una descrizione di fatti, cose e persone estremamente realistica è anche vero che questo è solo il punto di partenza del film, non certo il fine. Dal realismo, si parte sempre verso visioni e trasfigurazioni poetiche accentuate e sottolineate visivamente per raccogliere attraverso sensazioni, emozioni e ricordi anche le più impercettibili sfumature dell'umanità dei personaggi.
"C'erano solo quattro fili d'erba sulla terra riarsa dal sole, e un'afa terribile che spaccava il culo ai cardellini. Dal cielo appena velato cadevano giù lingue di fuoco e un silenzio mortale avvolgeva la campagna stanca". Così inizia "Pater Familias" il libro di Massimo Cacciapuoti dal quale è tratto il soggetto del film. Tutte le storie raccontate nell'opera di Cacciapuoti sono fatti veramente accaduti, molte di queste storie sono state vissute in prima persona e raccontate dalla penna dell'autore con un proposito letterario vicino ai canoni della letteratura verista, che si traduce in un linguaggio colorito, a tratti approssimativo, vicino alla lingua parlata, al gergo della strada.
In vista di una trasposizione cinematografica del libro, l'intento del regista è stato quello di trattenere l'anima del romanzo e nello stesso tempo di intervenire con la massima libertà (e la complicità dell'autore del libro) per aggiungere elementi originali (dialoghi, scene e raccordi tra i personaggi e le varie storie) utili alla trama e sottrarne altri che l'avrebbero soffocata. "Non si ruba perché non c'è lavoro, ma per ignoranza" dice uno dei personaggi del libro. Ecco, l'ignoranza concepita come fattore avito, come tara a cui è difficile sfuggire è un altro dei motori narrativi della sceneggiatura, forse il più potente di questo progetto. �� La scelta degli attori I provini per trovare gli attori sono durati circa un anno: più di duemila tra attori professionisti e non, sono stati visionati in giro per la Campania. L’obiettivo era quello di trovare volti non scontati, non conosciuti dal grosso pubblico (Marina Suma rappresenta l’unica eccezione) e con una grossa capacità di entrare emotivamente nel film. La recitazione, infatti, non è stata tecnica e anche gli attori professionisti hanno dovuto prima di tutto non recitare. Non sono stati fatti provini su parte ma semplici colloqui per stabilire il grado di compatibilità di ogni persona con il progetto del film. La difficoltà e i lunghi tempi necessari al casting per completare la selezione è giustificata anche dal numero degli attori che tra principali e secondari avevano delle battute nel film: 47! Ogni attore è stato preventivamente avvertito della particolarità e pericolosità delle riprese, e tutti gli attori che hanno preso parte al film sono stati consapevoli fin dall’inizio che non avrebbero avuto controfigure ne coperture di altro tipo (le scene con il fuoco, gli inseguimenti, gli schiaffi, i pugni e gli sputi sono tutti veri, e nel film non ci sono trucchi digitali). Il risultato finale è quello di un inconsueto realismo (non solo la recitazione, ma anche le scene puramente fisiche) e il film emana una emotività che colpisce anche lo spettatore meno esperto. Quello che si vede è tutto vero, le scene tra la folla sono state rubate, anche le più pericolose. Ad esempio, la scena di una rapina in un supermercato, e quella di un ragazzo che insegue con un coltello un suo coetaneo, sono state girate senza avvertire i passanti. In particolar modo quest’ultima scena ha procurato diversi problemi alla produzione che ha subito la rabbia delle persone vittime di questo “scherzo”. L’obiettivo di questa ricerca sfrenata di realismo non ha avuto intenti vojeristici, ma lo scopo di rappresentare con estrema fedeltà quello che avviene in questi ambienti senza concedere nulla al luogo comune visivo. Spesso vediamo al telegiornale immagini crude, immagini di rapine andate a finire male, violenze in famiglie che abitano in ambienti sociali degradati, ma cosa avviene prima? Quali sono le cose che scatenano la violenza? Questo film si propone di mostrare dal buco di una serratura (il taglio delle riprese è impallato, c’è sempre un oggetto davanti alla macchina da presa che nasconde in parte la scena) frammenti di vita di famiglie disgregate. “Pater familias” quindi non è un film sulla delinquenza e la criminalità, ma un film sulla famiglia. Lo stile Il film è stato girato in super16mm, successivamente corretto cromaticamente con una macchina digitale molto sofisticata e poi gonfiato in 35mm. La storia non ha un andamento lineare, ma va avanti e indietro nel tempo.
Il passato ed il presente non sono contrassegnati dal classico colore e bianco e nero ma da un colore più freddo per il presente e più caldo per il passato. Alcuni inserti del film sono stati girati con una vecchia cinepresa in super8mm. La curiosità che riguarda questi inserti è che sono stati girati a Stromboli prima dell’inizio delle riprese del film e di conseguenza prima dell’onda anomala. La diversità tra il passato ed il presente è stata sottolineata anche dai movimenti della macchina da presa. Nel presente: la m.d.p. ha movimenti lineari, geometrici, nel passato: è mossa, e l'effetto (che non è quello della m.d.p. a mano) è stato ottenuto montando una borsa per l'acqua calda piena di sabbia sulla testata del cavalletto. La scelta dei temi musicali del film si è concentrata su un percorso: quello della memoria. PATER FAMILIAS è un viaggio nei ricordi e nelle emozioni del protagonista, e i ricordi e le emozioni seguono un itinerario non lineare, imperfetto. L'obiettivo principale inoltre, era quello di non cadere nel didascalico, nelle sottolineature geografiche o di genere, ed alla fine tre pezzi musicali formano il tema del film: due sono di un gruppo inglese, i LAMB, ed uno è di un gruppo islandese, i MUM. I raccordi sono musiche originali composte da ANGELO TALOCCI. I LAMB sono una delle più belle realtà della musica elettronica. La loro musica propone tessiture ritmiche spezzate e raffinate affidate alla voce cristallina di Louise Rodhes, alle partiture d'archi e praticamente nient'altro. WHAT SOUND è un pezzo sospeso, evocativo, che richiama dinosauri, eruzioni vulcaniche e la lotta tra angeli e diavoli. (i pezzi scelti per il film sono: "What sound" e "Gabriel", l'album è: "What sound". I MUM, sono un giovane gruppo islandese nato sulla scia dei sigur ròs e dei gus gus, anche se Gunni, Orval e le gemelle Kristin e Gyda hanno saputo creare un loro stile molto personale. Capaci di suonare un po’ di tutto, chitarra acustica, basso, fisarmonica e violoncello, passano con disinvoltura dai ritmi di dance floor anni'80 ad atmosfere oniriche che sembrano uscire dalle favole nordiche. (Il pezzo scelto per il film è "please sing my spring reverbe", l'album è: "please smile my noise bleed"). PATER FAMILIAS è: più di tremila provini a ragazzi presi dalla strada nelle zone più dure e difficili dell'hinterland partenopeo; due anni di scrittura della sceneggiatura, perfezionata da undici revisioni suggerite e approvate dagli editor più importanti; un cast tecnico giovane, con alle spalle anni di lavoro e sperimentazione nel cinema e nella pubblicità. PATER FAMILIAS è: la storia di ANTIMO che viene ucciso dopo una rapina andata male, di ROBERTO che per un gioco rischioso muore cadendo da un palazzo terremotato, di GEGGE' che si uccide perché il padre gli ha rubato i risparmi di due anni di lavoro, di MICHELE, che viene ucciso per aver difeso una ragazza, di GIOVANNI il demone del gruppo e di ROSA, sua moglie, prigioniera di un matrimonio allucinante,
PATER FAMILIAS è la storia di Matteo che torna nel suo paese, dopo dieci anni di assenza, per riscattare il suo passato e le vite degli amici che non ci sono più. PATER FAMILIAS è un film in cui i ragazzi sono degli anti-eroi che vorrebbero ribellarsi al destino dei loro padri senza avere gli strumenti per farlo, e, i più sconfitti sono proprio i "pater familias", totalmente incapaci di dare ai loro figli quelle attenzioni e quell'amore che anche a loro è stato negato. PATER FAMILIAS è la possibilità di vedere dal buco della serratura una realtà inimmaginabile.