Sinossi *: Attraverso i misteriosi percorsi dell'intelligenza artificiale, mi metto alla prova nel ripensare e reinventare la mia produzione artistica, dagli esordi fino a oggi, trasformandola in un vero e proprio archivio da cui attingere. A questo si affianca l’adattamento di immagini provenienti dal web, che si insinuano con insistenza, e spesso in modo passivo, nel nostro immaginario collettivo. Il risultato di questo processo mette in evidenza l’importanza dello stupore, elemento essenziale per chi vive l’atto creativo, donando alla pratica artistica una vitalità nuova e stimolante. Accanto a immagini già esistenti, come quelle tratte dai film di Luca Delfini, anche lui firmatario del Manifesto, nascono immagini completamente artificiali, generate dall’AI. Le immagini in pellicola, dipinte o semplicemente digitalizzate, assumono il ruolo materico di frammenti d’acetato di cellulosa, contenitori di memorie che possono essere tanto reali quanto illusorie, proprio come tutto ciò che ci circonda nella contemporaneità. L’ambiguità è il fulcro del cortometraggio. Queste immagini accompagnano con ironia il testo di una canzone, anch’essa generata dall’intelligenza artificiale e rielaborata in postproduzione, ispirata al Manifesto del Post-neorealismo, recentemente pubblicato dal suo autore, Piero Deggiovanni. Il cortometraggio nasce con l’intento di offrirsi come manifesto artistico propositivo, dando corpo e sostanza a un pensiero dissidente nei confronti di una certa tendenza, diffusa tra critica e cinema contemporaneo, che si definisce “sperimentale” pur rimanendo ancorati a modalità e stilemi già rodati, confezionati come se fossero nuovi e innovativi.