Sinossi *:
Lorenzo Lotto, pittore inquieto e viaggiatore, un maestro del Cinquecento dimenticato per secoli.

E Bernard Berenson, il giovane critico d’arte arrivato dall’America in Italia che lo riscoprì, dedicandogli il primo studio nel 1895.

A raccontare le loro storie indissolubilmente legate è il documentario "Lotto e Berenson: destini incrociati. La riscoperta di un maestro del Rinascimento italiano, prodotto da 3D Produzioni e scritto da Didi Gnocchi e Arianna Marelli con la regia di Simona Risi.

Insieme all’attore Alessandro Sperduti che, come narratore, si pone come un giovane di oggi, andiamo sulle tracce di Lotto, proprio come aveva fatto Bernard Berenson alla fine dell’Ottocento esplorando l’Italia anche fuori dai canonici itinerari del Grand Tour.

Ci immergiamo così nei paesaggi delle Marche, camminiamo per le vie di Bergamo e ci perdiamo tra le calli di Venezia. Seguiamo il vagare di Lotto, che dovette spesso cambiare città in cerca di riconoscimento e fortuna. Nella Serenissima infatti, dov’era nato, la concorrenza era molto forte e dominava Tiziano. Lotto cercò occasioni altrove, disseminando le sue opere per il Nord e Centro Italia. Le ammiriamo ora in straordinarie chiese e musei. Ma possiamo anche conoscere i suoi pensieri e turbamenti grazie alle lettere e ai documenti che ancora si conservano in archivi e biblioteche.

Un percorso che ci porta a Loreto, nel Santuario dove Lotto – alla fine di una vita lunga e solitaria – si fece oblato della Santa Casa.

In parallelo il documentario ci porta a ripercorrere la vita di Bernard Berenson, il giovane ebreo lituano cresciuto a Boston che aveva studiato letteratura e arte e a 24 anni era venuto in Italia perché era innamorato del Rinascimento.

Il lungo viaggio di Lotto e Berenson: destini incrociati comincia nelle sale della Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. Qui il giovane narratore di oggi rimane colpito da uno sguardo, quello di un ragazzo di cinque secoli fa, raffigurato nel Ritratto di giovane con petrarchino. Lotto infatti è uno dei più grandi pittori dell’interiorità, capace di indagare la psicologia – come ha scritto Berenson – dei suoi committenti e di rappresentarla.

Perché questo è anche, lo dice uno degli intervistati del documentario, un “viaggio all’interno del cuore umano”. Come Berenson si identificava in Lotto e avvertiva lo stesso timore del fallimento, anche noi oggi ci possiamo riconoscere nelle inquietudini di quell’epoca lontana.



ULTIME NOTIZIE