Sinossi *:
Gino non si muove. Accetta tutto ciò che gli avviene intorno. Senza rassegnazione. Si affida. Si affida a tutti, a tutto. I suoi gesti sono gratuiti ed essenziali insieme. Le sue parole si rivolgono – con coerenza discreta - al mondo. Parla. Parla con i passanti, parla con lo spettatore attraverso la camera, parla con l’operatore alla camera. Parla dicendo di aneddoti legati al luogo in cui si trova o, soltanto, ispirati da essi. La sua voce, talvolta, è lontana, fuori campo e dice della sua vita e dei suoi pensieri.
E ogni volta, in ogni dove, è discretamente fuori luogo.
L’inquadratura è fissa e frontale. Guardiamo Gino e, però, è lui a guardare.
Il suo sguardo è disarmante. Impassibile e autentico. Interroga senza mai chiedere conto. Riserva la sua fiducia, totale e senza ragione. Anche questa fuori luogo.



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