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Max Osini  (07/02/2006 @ 00:00)
Dopo il successo di "Pane e tulipani", Silvio Soldini ritorna con una nuova commedia che oscilla tra il surrealismo di Almodovar, una leggerezza solare tipicamente italiana, e una impostazione molto letteraria. Non a caso il titolo evoca il personaggio di Agata (Licia Maglietta), la quale, con la caratteristica percipua di fulminare le lampadine elettriche al suo passaggio nei momenti di tensione emotiva e la sua bellezza tenue e malinconica, incarna alla perfezione il tono dell'opera. Scritto a tre mani dallo stesso Soldini e dagli sceneggiatori Doriana Leondeff e Francesco Piccolo, il film segue le vicende di tre protagonisti i cui destini finiscono per incontrarsi. Il primo è Agata, libraia che si innamora di un ragazzo più giovane. Il secondo è Romeo (Giuseppe Battiston), rappresentante di abbigliamento che tradisce in continuazione la moglie imprigionata su una sedia a rotelle. Il terzo è Gustavo (Emilio Solfrizzi), presunto fratello di Agata, che in realtà scopre di essere fratello di Romeo. Incontrandosi, tutti questi personaggi formano una famiglia assolutamente atipica che solo una disinvolta giocosità permette di realizzarsi. Ogniuna di queste storie si dipana secondo le regole ferree del destino, con modalità tipicamente corali che rimandano a quelle tipiche della letteratura. I vividi colori di ambienti e costumi, le intense prove attoriali, la sguardo registico complice e gli sprazzi di emotività contribuiscono a creare molti momenti godibili ed efficaci. All'uscita dalla sala, però, rimane un innegabile senso di insoddisfazione che vanifica le buone intenzioni messe in campo. Difficile spiegare cosa non funzioni. Il difetto principale di questo film sembra essere quello di cadere in un paradosso per il quale, da un lato si assiste ad accumulo di materiali narrativi e dall'altro si fa sentire la pesantezza del loro sviluppo. A seconda della prospettiva o ci sono troppe idee o ci sono troppi sceneggiatori. Di certo dura troppo. Di certo non è un capolavoro. Ma nel complesso si può guardare.

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