Regia:
Giulio Manfredonia
Anno di produzione: 2005
Durata: 59'
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia/Uganda
Produzione:
AMREF,
Mestiere Cinema
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di proiezione: DV, colore
Titolo originale: Bimbi Neri, Notti Bianche
Sinossi: È nel drammatico contesto dei campi profughi che si verifica il terribile fenomeno raccontato nel film: quello dei “night commuters”, bambini e ragazzi dai 5 ai 15 anni costretti ogni notte a lasciare le proprie famiglie per pernottare nei centri urbani e sfuggire così agli arruolamenti forzati dei ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore del visionario Joseph Kony.
Giobbe Covatta, uno dei testimonial storici di AMREF, ha voluto raccontare la vicenda a modo suo. Nel film interpreta un surreale DJ ambulante che, seduto nel cassone di una jeep con un assai improbabile baracchino radio, gira in lungo e in largo le strade del Nord Uganda, per narrare la storia vera di tre fratellini di etnia Acholi. Rimasti orfani molto presto, Pasquale e Jean-Paul, 11 e 14 anni, vengono rapiti dai guerriglieri di Kony nell’unica sera in cui, per stanchezza, non si erano rifugiati nel centro urbano di Gulu. Dopo due settimane Pasquale viene abbandonato dai ribelli perché creduto morto; verrà trovato, curato e salvato. Jean-Paul, invece, riesce a fuggire solo dopo quattro lunghissimi mesi di addestramento: ridotto pelle ossa, incapace di raccontare ciò che gli è successo, è ora in un centro di recupero per ex bambini soldato. Rimasta sola, Maria, di 7 anni, è stata invece adottata dalla zia che l’ha portata con sé in Italia, dove ancora vive, lontana dalla sua terra e dai suoi fratelli.
Giobbe racconta la loro storia, incredibile ma assolutamente vera, dai microfoni della sua radio ambulante: segue i tre fratellini nella loro odissea e ce li fa conoscere e amare, insieme alle migliaia di altri bambini di etnia Acholi che vivono tutti i giorni storie identiche. A bordo della sua radio-jeep Giobbe entra nei campi profughi, nei villaggi devastati, negli ospedali, nei centri di recupero e, dovunque va, riesce ogni volta a far giocare, ridere e divertire i bambini.
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