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Note di Checco Zalone sul film "Che Bella Giornata"


Note di Checco Zalone sul film
Avete presente il cinema italiano di Fellini, Visconti, Scola, Pasolini?
Beh anche il mio è un film italiano!
Questo per rispondere a quella critica ottusa e prevenuta che si ostina a non riconoscere le tante ormai acclarate affinità del mio cinema con quello dei suddetti colleghi. Chiedere al protagonista, nonché co-sceneggiatore e autore della colonna sonora di un film, di giudicarlo, è un po' come chiedere a un erborista se quel lassativo che ha esposto sul banco è veramente efficace.
Dunque mi asterrò dal farlo.
Mentre mi preme rispondere a quanti mi hanno posto la spinosa domanda circa l’eventualità di una mancata candidatura agli Oscar. Indubbiamente la cosa mi rattristerebbe costringendomi, in caso di reiterazione dell’offesa, ad assumere un atteggiamento analogo a quello del compianto amico Stanley K., il quale peraltro non manco’ di ammonirmi al riguardo. Questo non per il danno economico che ne conseguirebbe (ho già acquistato un biglietto aereo per Hollywood profittando di un’offerta vantaggiosa, ho barattato un prezioso lascito di mio nonno con un prestigioso smoking) ma per il pregiudizio che ciò comporterebbe a me come intellettuale e alla cultura  italiana in genere.
Veniamo ora all’angosciosa questione dei tagli al cinema. Ne parlavo con l’amico produttore Pietro Valsecchi nella sua dimora di Cortina in occasione di un party organizzato per festeggiare l’acquisto della sontuosa Vagina in granito e plexiglass per anni esposta al Moma di New York (opera più celebre del grande scultore Mark Fichestain). Si discuteva del lancio promozionale del nostro film e se accettare o meno l’invito al Letterman show, ma Pietro era distante, triste e provato per le notizie riguardanti i possibili tagli del governo alla cultura. Per la verità lo eravamo un po’ tutti noi esponenti del mondo della cultura e lo si leggeva dalla svogliatezza con la quale ingerivamo il pur gradevole tartufo d’alba. All’improvviso il pallore calò sul volto di Sabrina Uccelletti “guardate! guardate!” disse con la voce rotta dal pianto porgendoci il suo Blackberry rosa cosparso di lacrime e cipria.
Le news dell’ultima ora riportavano impietose la notizia dell’ormai approvato taglio indiscriminato al Fus. La speranza per Sabrina e per le sue colleghe Ketty e Milly di approdare al mondo del cinema con una pellicola sulla vita di tre giovani operaie calabresi e la loro battaglia per la conquista dei diritti della donna, era ormai svanita. Anche il loro agente aspirante produttore Carlo Fregnacci non riuscì a trattenere le lacrime e abbracciandole disse loro “non preoccupatevi ragazze sapremo superare anche tutto ciò, ricordate, il lavoro nobilita l’uomo ed è per questo che con dignità io tornerò a fare il magnaccio e voi le mignotte”.
Nessuno aveva più voglia di festeggiare, il camino seicentesco smise di ardere, il gelo dentro e fuori quella casa. Di ritorno da quello sfortunato party guidavo la mia Bentley e non desideravo che scacciare il ricordo di quella amarezza forse anche per questo portai delicatamente la mano al capo di Sabrina così che restasse li sotto lo sterzo, non avevo il coraggio di guardarla. Volete il procrastinarsi di queste situazioni? Quali altri colpi vorrà infliggere a noi artisti questo spietato governo? Vi lascio con questi interrogativi nella speranza di portare una luce nelle vostre coscienze e nella convinzione che la storia un giorno impavida emetterà una sentenza!
Buona visione

Checco Zalone

05/01/2011, 16:58