"
Perché restaurare i film?" di Stella Dagna, 190 pp, collana Vertigo. Percorsi nel cinema, 2014 Il restauro cinematografico è un’attività che sembra esercitare un notevole fascino sul pubblico contemporaneo: film “restaurati” vengono proposti nei circuiti di prima visione, pubblicizzati sui quotidiani, commercializzati come prodotti di eccellenza. A fronte di questo successo di popolarità, i principi, la storia e la prassi della disciplina rimangono spesso per il pubblico dei non addetti ai lavori un territorio misterioso, inesplorato e segreto... (continua).
Capire cosa significa davvero restaurare un film vuol dire anche (soprattutto) interrogarsi sul senso di una pratica che richiede grossi investimenti di denaro, tempo e risorse. Perché restaurare i film? Può considerarsi una priorità di politica culturale?
La risposta che si sceglie di dare a queste domande è destinata a influenzare il futuro dei film e il loro rapporto con gli spettatori di oggi e di domani, specie in un’epoca in cui la transizione al digitale pone il cinema di fronte a una delle più grandi trasformazioni della sua storia. Proprio nei momenti di rivoluzione l’entusiasmo del nuovo deve sposare la consapevolezza di quanto sia importante mantenere sulle azioni e sulle produzioni dell’uomo una prospettiva storica. Una prospettiva che il restauro del film pone come indispensabile, utopico, orizzonte di riferimento. prezzo di copertina: 18,00 € Questo risulta fuori catalogo
"
Perché Restaurare i Film?" di Stella Dagna, 190 pp, Edizioni ETS, collana Vertigo. Percorsi nel Cinema (6), 2014 Il restauro cinematografico è un’attività che sembra esercitare un notevole fascino sul pubblico contemporaneo: film “restaurati” vengono proposti nei circuiti di prima visione, pubblicizzati sui quotidiani, commercializzati come prodotti di eccellenza. A fronte di questo successo di popolarità, i principi, la storia e la prassi della disciplina rimangono spesso per il pubblico dei non addetti ai lavori un territorio misterioso, inesplorato e segreto... (continua).
Capire cosa significa davvero restaurare un film vuol dire anche (soprattutto) interrogarsi sul senso di una pratica che richiede grossi investimenti di denaro, tempo e risorse. Perché restaurare i film? Può considerarsi una priorità di politica culturale?
La risposta che si sceglie di dare a queste domande è destinata a influenzare il futuro dei film e il loro rapporto con gli spettatori di oggi e di domani, specie in un’epoca in cui la transizione al digitale pone il cinema di fronte a una delle più grandi trasformazioni della sua storia. Proprio nei momenti di rivoluzione l’entusiasmo del nuovo deve sposare la consapevolezza di quanto sia importante mantenere sulle azioni e sulle produzioni dell’uomo una prospettiva storica. Una prospettiva che il restauro del film pone come indispensabile, utopico, orizzonte di riferimento. prezzo di copertina: 18,00 € Questo risulta fuori catalogo
"
Ma l'Amor Mio Non Muore! (Mario Caserini, 1913). La Diva e l'Arte di Comporre lo Spazio" di Stella Dagna, 94 pp, Mimesis Editore, collana Mimesis-Cinema/Origini, 2014 "Ma l'amor mio non muore!" è uno dei film più rappresentativi del cinema muto italiano. Girato nel 1913 da Mario Caserini e interpretato dalla celebre attrice teatrale Lyda Borelli, segnò un'autentica svolta nella produzione cinematografica nazionale. In un momento eccezionale per l'evoluzione della settima arte - tra mutazioni del contesto produttivo, avvento del lungometraggio e uscita coeva di alcuni film destinati a diventare capisaldi della storia del cinema - il film di Caserini fu il primo esempio compiuto di "diva film" e ottenne un successo tale da diventare un vero e proprio fenomeno di costume... (continua). Il modello della diva sofferente, divisa tra eros e sacrificio, la messa in scena in profondità di campo, il "centramento alternativo" dello spettatore, la parola scritta come elemento narrativo, il ruolo del suono e della musica diegetica, sono solo alcuni degli elementi di un film che ha segnato in modo indelebile l'arte italiana su grande schermo. prezzo di copertina: 8,00 € Questo risulta fuori catalogo
Libri
Biografia:
Stella Dagna (1976) lavora dal 2005 presso la Cineteca del Museo Nazionale del Cinema di Torino, dove si occupa in particolare di restauro e valorizzazione della collezione di cinema muto italiano. Dottore di ricerca in Storia delle arti figurative e dello spettacolo, nel 2010 ha partecipato al progetto formativo istituito dalla Hagefilm Foundation presso il laboratorio Cineco di Amsterdam. Ha pubblicato la monografia Ma l’amor mio non muore! (M. Caserini, 1913). La diva e l’arte di comporre lo spazio (2014) ed è ...visualizza tutto autrice di vari studi sulle forme di rappresentazione nel cinema italiano degli anni Dieci e sui temi della conservazione e del restauro dei film.
DOM - Il 26 ottobre Massimiliano Battistella, Mirela Hodo, Riccardo Biadene e Lisa Pazzaglia presentano il documentario al C’Entro Supercinema di Santarcangelo