Note di regia di "Nel Blu Dipinti di Rosso"
Ho scoperto i Cantacronache grazie all’incontro con Emilio Jona, teorico del gruppo, oggi novantasettenne, fondatore dell’archivio C.R.E.O (Centro Ricerca Etnomusica e Oralità) che ne conserva la memoria. Ho capito da subito di trovarmi di fronte a una grande storia e a un narratore d’eccezione.
Da qui è nato il desiderio di raccontare la loro storia a tutti coloro che ancora non la conoscono.
Ho quindi intervistato Fausto Amodei, uno degli interpreti principali dei Cantacronache, purtroppo, scomparso a settembre del 2025, e ho compreso ancora di più la grandezza della loro esperienza politica e culturale.
Abbiamo trovato nell’archivio C.R.E.O. la registrazione sonora del loro primo concerto del 3 maggio 1958 e da lì è nata l’idea di far ascoltare le loro canzoni originali e di animare i testi per dare valore ai messaggi di rottura che per primi proponevano in Italia.
La sorpresa è stata riscoprire la contemporaneità dei loro brani, come se fossero dei classici senza tempo, a cui ispirarsi per raccontare la società attuale.
Le loro canzoni parlano di pacifismo, di cattiva politica, di morti sul lavoro, di Resistenza, giustizia sociale e vita quotidiana e, ancora oggi, avremmo bisogno di questi canti per dare voce al nostro momento storico attraversato da guerre e diseguaglianze.
“Perché un mondo umano è pensabile” come dice Emilio Jona “ma c’è da chiedersi perché gli esseri umani perseguono sempre un mondo disumano”.
Stefano Di Polito