Note di regia di "Io sono Rosa Ricci"
“
Io sono Rosa Ricci” è un film drammatico e d’azione che vuole intrattenere ed emozionare, offrendo al pubblico di "
Mare Fuori" un punto di vista inedito su uno dei suoi personaggi più affascinanti: Rosa Ricci.
L’obiettivo è raccontare il suo percorso di formazione, non riproducendo ciò che la serie ha già mostrato, ma ampliandone l’universo con uno stile nuovo, in continuità con ciò che tutti conoscono. Il pubblico deve riconoscersi in questo mondo, ma al tempo stesso guardarlo da una prospettiva diversa.
Se nella serie Rosa Ricci si presenta sparando a un amico per entrare in carcere e vendicare il fratello, la domanda che ha guidato questo film è: quali esperienze l’hanno portata a diventare quella ragazza? La risposta è in una storia che mostra il prima: Rosa, cresciuta sotto la protezione paterna e amata nonostante il contesto criminale, viene improvvisamente strappata al suo mondo e scaraventata in una realtà ostile, abitata da uomini minacciosi e da una lingua che non comprende. Lì vive un’esperienza estrema, con in gioco la vita stessa. Il suo obiettivo, per tutto il film, resta chiaro e universale: essere libera e tornare a casa.
Nel buio di questa prigionia, l’unica luce è l’incontro con Victor. Giovane narcos al soldo di Agustin, inizialmente suo carceriere, diventa presto il suo grande alleato. Rosa si aggrappa a lui per sopravvivere e fuggire, ma la liberazione non è a senso unico. Se Rosa è pronta a morire pur di essere libera, Victor è un ragazzo che vive rassegnato alla morte, intrappolato in un mondo che non ha scelto, svuotato dei sentimenti. Proprio questo è il dono che Rosa gli farà: restituirgli la possibilità di vivere.
La storia si sviluppa tra due mondi: l’isola di Agustin, dove Rosa è prigioniera, e Napoli, la sua casa, dove Don Salvatore lotta disperato per trovare i soldi del riscatto. L’isola, ambientata tra Sicilia e Levanzo, non ha una connotazione precisa: è un luogo immaginario, sospeso fra il Mediterraneo e l’Atlantico. Come in un western contemporaneo, il paesaggio contribuisce a definire l’identità visiva ed emotiva del film. Questi due mondi si raccontano anche attraverso il cast e la lingua. Da un lato i napoletani – guidati da Maria Esposito e Raiz – dall’altro i sudamericani, capeggiati da Jorge Perugorría (Agustín).
In bilico tra i due universi c’è Victor (Andrea Arcangeli), che attraverso Rosa riscopre anche le sue origini. Questa è una storia di vita, morte e amore: sentimenti forti e universali che spero di aver raccontato in maniera dinamica, materica, con un tono deciso che sposa il genere.
Anche la musica segue questa direzione. Il compositore è Paolo Baldini, figura di riferimento della scena dub italiana e internazionale, collaboratore storico di Raiz negli Almamegretta. La sua colonna sonora mette in dialogo due linee principali: una più antica, legata alla terra, e una più moderna e urbana. Due anime che si intrecciano e definiscono i due mondi narrativi, ma che allo stesso tempo li uniscono, creando la continuità emotiva necessaria allo spettatore, fino al brano finale, cantato da Raiz insieme a Silvia Uras, giovane voce napoletana. Un cerchio che racchiude e restituisce l’essenza viscerale del film.
Lyda Patitucci