ALICE NELLA CITTÀ 23 - Abba Legnazzi: "Leila come terapia"
Nella sezione Concorso Panorama Italia - Premio del pubblico di Alice nella Città, è stato selezionato il film
LEILA, scritto, diretto e interpretato da Clementina Abba Legnazzi, Alessandro Abba Legnazzi e Giada Vincenzi.
La storia di Clementina, una bambina di dieci anni, che durante un’estate in campagna rielabora con il padre il momento della separazione improvvisa dalla madre, è la vostra storia vera. Come è nata l'idea di farne un film "terapeutico"?
L'idea del cinema è venuta solo in un momento successivo, è un processo che si è avviato inizialmente con i disegni che ho fatto in quel periodo con Clementina, su carta, quando era ancora molto piccola e volevamo elaborare in quel modo la separazione da sua mamma, volevamo stare insieme per provare a uscirne insieme, da quel momento difficile.
E' stato un processo lungo, è nata una storia ma non sapevo cosa farne, forse un film di animazione?
Clementina cresceva, ormai aveva 8-9 anni e io non ho alcuna capacità con l'animazione, quindi - mi sono chiesto - che si fa? Con lei e con Francesca Riccardi abbiamo deciso: facciamo un film!
Clementina nel frattempo aveva fatto una piccola parte ne "L'ors", il mio lavoro precedente, e ne era entusiasta: una base scritta c'era, il resto lo abbiamo creato.
Ne ho parlato con Giada, ovviamente, per avere da lei il nulla osta, si è fidata molto.
Come è andata la lavorazione?
La produzione è andata avanti senza soldi, ma è stato un bene da una parte, e una necessità dall'altra: i limiti di budget sono anche un'opportunità, abbiamo lavorato senza troupe, con una intimità maggiore, è stato un processo lungo.
Non avevo mai pensato di fare l'attore! C'era da superare anche il mio senso di vergogna, ma ho seguito la sua leggerezza ed è andata bene. Abbiamo poi usato anche materiali di archivio familiare, scelti insieme.
La scelta di rendere pubblico questo film come è avvenuta?
La nostra idea era di fare cosa libera, come già avvenuto con "Rada" procedevamo dicendoci che lo facevamo per noi stessi. Ora mi trovo a gestire il fatto che sia diventato pubblico, è una soddisfazione come lavoro ovviamente ma anche una preoccupazione (non tanto per me, ma per Clementina che oggi ne ha 12, di anni, e sento di doverla proteggere). Deve affrontare la vergogna (potenziale) di essere al centro dell'attenzione, ma quello che ci è chiaro è che abbiamo fatto una cosa bella per noi tutti, abbiamo vissuto un momento insieme eclatante stupefacente.
Il montaggio lo hai affidato a Enrico Giovannone, tuo storico collaboratore.
Con Enrico c'è un'amicizia di 15 anni, ho fatto tutti i miei lavori con lui, è uno dei miei migliori amici, ha attraversato con me tutta la mia storia (Giada ha anche recitato in "Bar Malfé", un lavoro che abbiamo diretto insieme), abbiamo condiviso tanti momenti.
Di fronte a questo materiale, si condivide tutto: è stato un aiuto grande, ha fatto un montaggio incredibile. Io, lo ammetto, facevo fatica a entrarci in alcuni momenti in sala di montaggio, per i ricordi, la commozione, ho lasciato a lui anche libertà assoluta di fare quello che voleva... è stato una guida.
Clementina che ha detto quando si è vista?
Durante le riprese guardavamo sempre un po' le immagini, anche per capire se stavamo facendo bene! E' pieno di bei momenti condivisi tra noi tre, il più bello per me è stato vederlo finito insieme: eravamo sul divano di casa nostra, quella che era stata anche la casa di noi tre, lei era in mezzo a me e Giada, ci teneva per mano... un momento molto bello e toccante.
E il futuro cosa ti riserva lavorativamente?
Questa parentesi è nata da una necessità, ora sto preparando il mio primo film di finzione, "Martino", a cui lavoro dal 2022 seguendo un lungo percorso "canonico" per i progetti di fiction, con un budget importante e attori professonisti. Dal TorinoFilmLab alla Grecia, da cui sono appena tornato: presto faremo un corto "propedeutico", "Lucine di Natale", sempre con la stessa squadra (Zelia Zbogar con me alla sceneggiatura, Alessandro Carroli di EiE alla produzione)... Con loro, con Enrico, con Matteo Tortone, Daniele Gaglianone e altri si è costruito un gruppo di lavoro e di amici che lavora bene insieme, un gruppo affiatato di cui sono felice di fare parte.
16/10/2025, 17:39
Carlo Griseri