Note di produzione di "Elena del Ghetto"
Abbiamo scelto di raccontare la storia di Elena Di Porto perché è una protagonista femminile ribelle e sorprendentemente moderna. Negli anni ’30 e ’40 la sua figura scuote e affascina la comunità ebraica di Roma con la forza delle sue idee: un modello di donna ribelle che anticipa temi oggi centrali sui rapporti di genere e di potere. Bollata come “la Matta” per il suo anticonformismo, viene spinta ai margini, ma continua a difendere con tenacia la legittimità delle proprie idee. L’appellativo “matta”, usato per screditare una donna, incarna una pratica antica e crudele della società patriarcale, un'etichetta ingiuriosa con cui per secoli sono state zittite le voci femminili ribelli. Raccontare la storia di Elena Di Porto significa restituire dignità a quelle donne e trasformare lo stigma in un atto di resistenza. Attraverso questo personaggio fuori dagli schemi, abbiamo voluto portare sullo schermo un film capace di parlare a chi oggi si sente solo, a chi fatica a trovare il proprio posto nel mondo. Perché essere anticonformisti e ribelli richiede coraggio: significa affrontare fatica, isolamento e solitudine. Ma sono proprio i coraggiosi a tracciare nuove strade. Un personaggio così unico non poteva che trovare la sua interprete ideale in Micaela Ramazzotti, attrice capace di dare voce e corpo a figure imprevedibili, intense e profondamente originali. Le siamo profondamente grati per la sensibilità e la forza espressiva con cui ha dato vita alla nostra Elena del ghetto.