Note di regia di "Lasciatemi Morire Ridendo"
L'idea del documentario nasce nel 2022, all'interno di un contesto politico che continua a vedere il fine vita in maniera completamente ideologica e lontana dalla realtà. In questi anni ho cercato contatti e storie per poter provare a raccontare la tematica nella maniera più autentica possibile, fino ad arrivare a conoscere Stefano Gheller. Negli ultimi due anni è nato un rapporto di osservazione ma, preferirei dire, anche un rapporto di amicizia. Tutta la pesantezza della tematica ha subito lasciato spazio alla sua brillantezza. Questa voglia di vita parrebbe una contraddizione in merito alla sua battaglia, ma non è cosi.
Stefano amava la vita, proprio per questo l'aveva rimessa in discussione.
I suoi occhi traboccavano di rabbia, dolore e orgoglio. Quel pizzico di orgoglio, che gli ha permesso di diventare la seconda persona in Italia ad ottenere questo diritto. Chi non ha mai pensato al significato della propria vita? Chi non ha mai pensato allo scopo della morte? Chi non ha mai pensato al significato della sofferenza? Credo siano queste le domande che mi hanno spinto ad abbracciare la splendida storia di Stefano, che si fonda su questi interrogativi. Domande universali che, in fondo, ci rimbalzano assiduamente in testa.
Il documentario partirà come un biopic classico, nel quale Stefano verrà raccontato, attraverso interviste, dalle persone a lui più vicine: dalla sorella che condivide la sua stessa malattia, ad esponenti religiosi o dell’associazionismo che portano dibattiti concettuali sulle questioni del fine vita. Le interviste sono realizzate con una forte impronta teatrale, per cogliere al meglio il peso di ogni singola parola e tutte le sue emozioni.
Attraverso l'osservazione della sua quotidianità creeremo un fil rouge che si amalgamerà alle interviste, provando a raccontare le sue paure, i suoi rimpianti, i suoi sogni e le sue debolezze. La storia di stefano è universale, drammatica, spiritosa e unica. Proprio come lo era lui.
Massimiliano Fumagalli